Lauritrioza alacris

Famiglia : Triozidae


Testo © Prof. Santi Longo

 

Si nota facilmente la presenza della Psilla dell’alloro (Lauritrioza alacris) dalle caratteristiche galle fogliari causate dall’alimentazione degli adulti.

Si nota facilmente la presenza della Psilla dell’alloro (Lauritrioza alacris) dalle caratteristiche galle fogliari causate dall’alimentazione degli adulti © Stephen James McWilliam

Nell’ambito della superfamiglia Psylloidea, nel 1879 l’entomologo Low, istituì la famiglia Triozidae inserendovi le specie le cui ali anteriori hanno la nervatura basale triforcata, a differenza di quelle della famiglia Psyllidae Latreille 1807 la cui nervatura basale è biforcata.

Gli adulti degli Omotteri Psilloidei sono insetti di piccole dimensioni la cui lunghezza varia da 1,5 a 4,5 mm.

Questi infatti iniettano nei tessuti delle foglie in crescita una saliva che causa il ripiegamento del margine fogliare verso la pagina inferiore con la formazione di una cavità.

Questi infatti iniettano nei tessuti delle foglie in crescita una saliva che causa il ripiegamento del margine fogliare verso la pagina inferiore con la formazione di una cavità © Butor and Gogol

Nel capo sono spesso presenti due processi geno-frontali, denominati “coni frontali”, e tre occhi. Le antenne sono costituite da 10 articoli. Nell’apparato boccale, di tipo pungente succhiatore, il labbro inferiore, detto rostro, è trimero, cioè costituito da tre articoli.

Nel meso- e nel meta-torace sono sempre presenti le ali membranacee che, allo stato di riposo, vengono tenute a tetto e hanno nervature semplici.

Lauritrioza alacris è un emittero di appena 3,5-4 mm, originario del bacino mediterraneo ma ora naturalizzato anche in America.

Lauritrioza alacris è un emittero di appena 3,5-4 mm, originario del bacino mediterraneo ma ora naturalizzato anche in America © Katja Schulz

Le zampe presentano tarsi di due articoli; le anteriori e le medie sono deambulatorie mentre le posteriori sono più sviluppate e atte al salto. Il nono urite addominale è ampio e reca dorsalmente il decimo urite dove si trova l’apertura anale.

Nelle femmine l’apparato genito-anale è costituito da due elementi sclerificati variamente allungati: uno dorsale e uno ventrale, scavati a doccia che racchiudono l’ovopositore morfologico.

Il colore della livrea degli adulti è variabile: generalmente più chiaro in quelli delle generazioni primaverili.

Il colore della livrea degli adulti è variabile: generalmente più chiaro in quelli delle generazioni primaverili © Giuseppe Mazza

Nell’addome del maschio l’apparato genitale è connesso all’ano ed è costituito dal proctiger (formato dai  segmenti 10° e 11°); dalla lamina sottogenitale; da due parameri e dall’organo copulatore o edeago.

Il colore della livrea degli adulti è variabile: di norma è chiara in quelli delle generazioni primaverili, mentre è più scura in quelli delle generazioni invernali.

Le uova sono dotate di un peduncolo.

Lo sviluppo postembrionale avviene attraverso due stadi di neanide, prive di abbozzi alari, e tre di ninfa; ovvero tre di neanide e due di ninfa. Il loro corpo è molto appiattito e durante il riposo tengono le appendici boccali all’esterno. Caratteristica morfologica peculiare è il pigidio, formato dalla fusione degli ultimi segmenti dell’addome.

Tutti gli stadi giovanili producono abbondante melata e cera che ricopre e protegge il corpo. Inoltre, con la saliva, provocano la deformazione delle foglie che inducono i tessuti della pianta a formare galle, mentre la melata e le secrezioni cerose imbrattano la vegetazione.

Il genere Lauritrioza, istituito da Conci e Tamanini nel 1986, oltre a Lauritrioza alacris (Flor, 1861) comprende anche Lauritrioza laurisilvae (Hodkinson, 1990).

Il nome del genere fa riferimento sia alla pianta ospite che alla famiglia di afferenza; mentre il nome specifico deriva da “alacris” che in latino può significare: vivace, allegro, abile, irruento o focoso.

Zoogeografia 

Lauritrioza alacris, originario del Bacino mediterraneo, è stato introdotto in Medio Oriente (Giordania, Israele, Siria); in Nord Europa (Belgio, Ungheria, Gran Bretagna, Svezia, e Finlandia) nonché in Nord e Sud America (USA, Canada, Cile, Argentina e Brasile); in quest’ultimo Paese dove la specie è stata segnalata nel 1949, sono stati registrati gravi attacchi in vivai di Alloro.

Margine fogliare ripiegato con 3 adulti e alcune ninfe. Al suo interno, nella cavità della galla, vengono deposte le uova e si sviluppano gli stadi giovanili.

Margine fogliare ripiegato con 3 adulti e alcune ninfe. Al suo interno, nella cavità della galla, vengono deposte le uova e si sviluppano gli stadi giovanili © Giuseppe Mazza

Ecologia-Habitat

La Psilla che vive soprattutto su Laurus nobilis, è stata segnalata su Laurus novocanariensis e su Persea indica. L’habitat ideale sono le piante giovani e rigogliose e soprattutto le siepi che vengono frequentemente potate per mantenerne la forma e abbondantemente concimate, il che determina l’emissione di nuova vegetazione che, a sua volta, favorisce l’esplosione demografica della Trioza.

Qui un adulto di Lauritrioza alacris appena sfarfallato dall’esuvia ninfale.

Qui un adulto di Lauritrioza alacris appena sfarfallato dall’esuvia ninfale © Giuseppe Mazza

Le piante di alloro in vivaio e quelle coltivate a scopo ornamentale subiscono i danni maggiori per la deformazione degli apici vegetativi, per il rallentato sviluppo e soprattutto per le fumaggini che sviluppano sulla melata e imbrattano la chioma che assume una antiestetica colorazione nera.

Morfofisiologia

Ogni femmina depone in media un centinaio di uova sotto i margini arricciati della foglia. Qui una galla aperta con larve in crescita.

Ogni femmina depone in media un centinaio di uova sotto i margini arricciati della foglia. Qui una galla aperta con ninfe che migrano all’esterno dove compiranno lo sviluppo © Herman Berteler

Il corpo degli adulti di Lauritrioza alacris misura da 3,5 a 4 mm; il colore varia notevolmente con il periodo in cui nascono e con l’età; dorsalmente il tegumento dapprima giallo, tende a scurirsi fino a diventare nero con linee longitudinali e trasversali più chiare.

Gli ultimi due segmenti dell’antenna sono scuri. Le ali sono lunghe e appuntite con la nervatura esterna corta e curva.

Gli ultimi stadi ninfali, con secrezioni cerose protettive, lasciano la galla e compiono la loro ultima muta sulle foglie.

Gli ultimi stadi ninfali, con secrezioni cerose protettive, lasciano la galla e compiono la loro ultima muta sulle foglie © Giuseppe Mazza

Il colore del corpo degli stadi giovanili varia dal rosa giallastro al verde giallastro; essi vivono all’interno delle galle, spesso immersi nella melata da loro prodotta e protetti dalle dense secrezioni cerose.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Gli adulti superano la stagione più fredda rifugiandosi soprattutto sulla chioma delle piante di Alloro.

Con la ripresa vegetativa degli ospiti si trasferiscono sui germogli e, con l’apparato boccale pungente-succhiatore si nutrono e iniettano nei teneri tessuti la saliva che determina il ripiegamento del margine fogliare verso la pagina inferiore e la formazione di una cavità nel cui interno depongono le uova.

La parte ripiegata assume aspetto bolloso e colorazione bianco-giallastra.

Ogni femmina depone in media un centinaio di uova sotto i margini arricciati della foglia.

Dopo un’incubazione di qualche giorno, che varia in base alla temperatura ambientale, nascono le neanidi che iniziano ad alimentarsi pungendo le pareti della galla nelle quali iniettano altra saliva ricca di sostanze auxiniche, che accelerano i fenomeni iperplastici delle cellule.

Si forma così la caratteristica galla bollosa.

All’interno vivono le  neanidi e le ninfe ricoperte dalle secrezioni cerose di colore bianco. Gli ultimi stadi ninfali abbandonano la galla e compiono l’ultima muta sulle foglie. Le galle abbandonate assumono nel tempo una tipica colorazione marrone, prima della caduta delle foglie.

Fattori di limitazione naturali

Ninfe di Lauritrioza alacris pronte per lo sfarfallamento. Gli adulti, che raggiungono prontamente in volo le nuove foglie in crescita, vengono attivamente predati da Mantodei, Coleotteri e varie specie di Rincoti Eterotteri. Fra questi il più attivo è Anthocoris nemoralis, oggi allevato per la lotta biologica nei vivai.

Ninfe di Lauritrioza alacris pronte per lo sfarfallamento. Gli adulti, che raggiungono prontamente in volo le nuove foglie in crescita, vengono attivamente predati da Mantodei, Coleotteri e varie specie di Rincoti Eterotteri. Fra questi il più attivo è Anthocoris nemoralis, oggi allevato per la lotta biologica nei vivai © Giuseppe Mazza

Tutti gli stadi biologici della Psilla dell’alloro vengono attivamente predati da Mantodei, da Coleotteri e da varie specie di Rincoti Eterotteri la più attiva delle quali è l’Antocoride, Anthocoris nemoralis (Fabricius, 1794) che viene anche allevato in insettari commerciali e utilizzato nei pereti per il controllo biologico con il metodo “inondativo” ovvero con quello “aumentativo” e della dannosa Psilla del pero Cacopsylla pyri (Linnaeus, 1761).

Sinonimi

La specie nota come “Laurel psyllid” in inglese. “Laurbaerbladloppe” in danese, “Laurierbladvlo” in tedesco e “Lagerbladoppa” in svedese, è stata descritta come Trioza alacris dall’entomologo tedesco Gustav Flor nel 1861, ed è stata trasferita nel 1986 nel genere Lauritrioza.

 

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