Testo © Pierluigi Angeli
Famiglia: Tricholomataceae R. Heim ex Pouzar,1983.
Genere: Tricholoma (Fries) Staude, 1857.
Sezione: Imbricata Bon, 1984.
Sottosezione: Psammopoda Bon, 1984.
Tricholoma acerbum (Bulliard : Fries) Quélet, 1857.
L’etimologia del nome deriva dal latino “acerbus” = acerbo, astringente, immaturo.
Il Tricholoma acerbum è un fungo considerato buon commestibile a livello popolare.
Lo testimoniano i numerosi nomi dialettali. In Italia, solo per citarne alcuni, viene detto durello, castagnaccio, castagnolo, amaretto, fungo della carne, orellone o gozzi. In Francia tricholome acerbe. In Spagna: in Cataláno timoner; in Euskera ziza mingots.
Descrizione del Genere
Vedere Tricholoma columbetta.
Descrizione della Sezione
A questa Sezione sono ascritte specie di piccola e media taglia, che hanno il cappello asciutto, liscio, feltroso, imbricato, scaglioso, o anche lanoso; dal colore che va dal castano-nerastro fino al bruno rossastro, talvolta con sfumatura ocracee. Lamelle bianche immutabili, talvolta macchiate di bruno-rossastro a vetusta. Gambo bianco, nocciola sfumato di bruno. Carne bianca, appena crema rosata sotto la superficie.
Descrizione della Sottosezione
La Sottosezione Psammopoda annovera specie con cappello finemente imbricato o feltrato, felpato, a volte screpolato; il colore va dal giallo paglia all’ocra con sfumature bruno-rosate; margine fortemente involuto, costolato; gambo bianco, giallino, pruinoso-forforaceo, talvolta punteggiato di bruno.
Descrizione della Specie
Cappello: 8-12 (15) cm, inizialmente emisferico-globoso, poi convesso ed infine disteso; margine dapprima fortemente involuto quasi a toccare il gambo, poi involuto e costolato. Cuticola spessa, separabile quasi totalmente, liscia, tomentosa e feltrata specie al margine, opaca a tempo secco, lucida e brillante e un po’ viscosa a tempo umido. Il colore è giallo-ocra, beige-giallognolo, giallo-verdolino, crema-brunastro al centro negli esemplari maturi.
Imenio: Lamelle fitte, poco smarginate, debolmente decorrenti con filetto, sinuose, strette, intercalate da numerose lamellule che a volte si uniscono saldamente alle lamelle formando delle forcazioni, bianche, bianco-crema, crema-paglierino, tendono a punteggiarsi di bruno a maturità.
Gambo: 6-10 × 2-4 cm, cilindraceo, tozzo, pieno, attenuato in basso, concolore al cappello nella parte inferiore, forforaceo, pallido nel primo terzo superiore, decorato con granulazioni brune che aumentano con la maturazione.
Carne: spessa, soda, compatta, bianca immutabile, brunastra dopo molto tempo di esposizione all’aria o essiccato. Odore quasi nullo, sapore astringente, amarognolo.
Habitat: cresce in estate e in autunno sotto latifoglia, specialmente castagni e querce, abbondante nei luoghi di crescita.
Commestibilità: commestibile mediocre, anche se in alcune zone è molto ricercato e apprezzato, soprattutto per l’utilizzo sott’olio.
Microscopia : spore ellissoidali, lisce, uniguttulate, 4,5-5,5 × 3,5-4,5 µm. Q = 1,.26. Basidi clavati, cilindrici, senza giunti a fibbia, 25-33 × 5,5-6,5 µm.
Osservazioni. Si tratta di una specie piuttosto diffusa nelle zone temperate, in terreni ricchi di carbonati, in boschi di latifoglie.
È un fungo molto comune almeno in Italia, tuttavia pare che in Germania, Austria e Svizzera sia considerato una specie in via di estinzione.
È facile da riconoscere per il margine, prima fortemente involuto, poi ricurvo e sempre costolato, per il colore bianco giallino e le lamelle fitte, crema-pallido o giallo paglierino, che si macchiano di bruno.
È molto simile al raro Tricholoma roseocerbum Riva, che tuttavia presenta sul cappello delle sfumature rosate, bruno-rosa e, secondo la letteratura, cresce sia in boschi sia di latifoglie sia di conifere, a parte il colore del cappello, macroscopicamente non ci sono differenze e anche la microscopia è pressoché sovrapponibile.
Sinonimi: Agaricus acerbus Bulliard : Fries (basionimo); Gyrophila acerba Quélet.