Quesnelia arvensis

Famiglia : Bromeliaceae


Testo © Pietro Puccio

 

La Quesnelia arvensis è originaria del Brasile sudorientale © Giuseppe Mazza

La Quesnelia arvensis è originaria del Brasile sudorientale © Giuseppe Mazza

La Quesnelia arvensis (Vell.) Mez (1892) è originaria del Brasile sudorientale dove cresce su formazioni sabbiose o sugli alberi delle foreste costiere .

Il genere è dedicato al console francese presso la Guyana Francese, M. Quesnel, che introdusse il genere in Francia nel 1840; il nome specifico deriva dal latino “arvum” = campo arato, ma anche spiaggia, con riferimento al suo habitat.

Nomi comuni: “flamingo cone” (inglese).

Specie erbacea sempreverde, monocarpica (fruttifica una sola volta e poi muore), acaule, terrestre o epifita, presenta una rosetta imbutiforme di foglie disposte a formare una cavità centrale solitamente riempita d’acqua.

Le foglie, lunghe 25-70 cm e larghe 4-6 cm, lineari, rigide, ascendenti e terminanti con una spina lunga circa 10 mm, sono di colore verde con bande trasversali grigio argento sul retro e spine di colore marrone scuro, lunghe 3-4 mm, ai margini. L’infiorescenza, al centro della rosetta, è costituita dallo scapo floreale robusto, alto 20-40 cm, ricoperto da brattee imbricate membranacee, lunghe 5-15 cm e larghe 3-6 cm, di colore verdastro o rosato, che termina con una densa infiorescenza semplice, di forma cilindrica o ellissoidale di 5-15 cm di lunghezza e 5-8 cm di diametro, formata da brattee di colore rosa intenso o rosso, lunghe 30-45 mm, dall’apice arrotondato.

Dalle brattee, che durano inalterate per circa 8 settimane, sporgono in successione i fiori, lunghi 45 mm, dai petali violetti che virano al bianco.

Infiorescenza di Quesnelia arvensis © Giuseppe Mazza

Infiorescenza di Quesnelia arvensis © Giuseppe Mazza

Il frutto è una bacca di 20 mm di lunghezza e 10 mm di diametro contenente numerosi semi fusiformi, lunghi 2 mm, grigiastri. Si riproduce, oltre che per seme, per via vegetativa tramite i robusti stoloni prodotti alla base della pianta.

Specie adatta ad essere coltivata nei climi tropicali e subtropicali a spiccata stagionalità, ed in posizione riparata anche in quelli di tipo mediterraneo, potendo sopportare temperature fino a -3/-4°C, sia in pieno sole che a mezz’ombra e su suoli anche poveri, sabbiosi, particolarmente drenanti, essendo soggetta a marciumi per ristagno d’acqua, specie in connessione con basse temperature.

Nei climi più umidi può essere coltivata anche come epifita sugli alberi.

La sua collocazione ideale, dal punto di vista ornamentale, è in giardini “desertici”, anche costieri, potendo sopportare una elevata salinità nel suolo e negli aerosol marini, oltre che una intensa radiazione solare e bassa disponibilità di acqua.

Può essere coltivata in vaso per la decorazione di interni, sia in piena luce che in luogo ombreggiato, utilizzando un substrato particolarmente drenante e poroso, con temperature superiori ai 14-16°C.

Il substrato in estate deve essere mantenuto leggermente umido e l’umidità ambientale, in presenza di aria secca ed elevate temperature, può essere eventualmente incrementata con nebulizzazioni utilizzando acqua a temperatura ambiente e non calcarea per evitare antiestetiche macchie sulle foglie; in inverno le innaffiature vanno distanziate per permettere al substrato di asciugare.

In estate si può lasciare un po’ d’acqua nella cavità centrale formata dalla rosetta di foglie, rinnovandola frequentemente per evitare che diventi un focolaio larvale di zanzare, mentre in inverno è preferibile lasciarla asciutta per evitare possibili marciumi.

Sinonimi: Bromelia arvensis Vell. (1829); Ananas arvensis (Vell.) Steud. (1840); Quesnelia rufa var. sororocabae Lindm. (1891); Quesnelia arvensis var. sororocabae (Lindm.) Mez (1935).

 

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