Paraclinus barbatus

Famiglia : Labrisomidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Detto Blenny col pizzetto, per il prolungamento carnoso della mascella inferiore, Paraclinus barbatus è un pesce caraibico lungo meno di 5 cm.

Detto Blenny col pizzetto, per il prolungamento carnoso della mascella inferiore, Paraclinus barbatus è un pesce caraibico lungo meno di 5 cm © Allison & Carlos Estape

Paraclinus barbatus Springer, 1955, noto come Blenny col pizzetto, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Blenniiformes ed alla famiglia dei Labrisomidae che conta 16 generi e 123 specie di pesci bentonici di dimensioni modeste, comprese fra 1,7 e 35 cm di lunghezza, presenti principalmente nell’Atlantico e nel Pacifico tropicale.

Il nome del genere Paraclinus, creato da Mocquard nel 1888, nasce composto dal greco “para”, vicino, simile, e il genere Clinus, un altro Blenniiformes che gli assomiglia, creato da Cuvier nel 1816. Si tratterebbe, insomma, di un pesce che evoca a prima vista i Clinus.

Il termine specifico barbatus, barbuto in latino, fa invece riferimento all’insolito prolungamento carnoso della mascella inferiore simile a un pizzetto.

Paraclinus barbatus vive mimetizzato sui fondali. Qui si notano dei finti occhi sull’ampia pinna dorsale e accanto al capo, dopo le pettorali, le insolite pinne pelviche sembrano esili zampe.

Vive mimetizzato sui fondali. Qui si notano dei finti occhi sull’ampia pinna dorsale e accanto al capo, dopo le pettorali, le insolite pinne pelviche sembrano esili zampe © Allison & Carlos Estape

Zoogeografia

Paraclinus barbatus è un pesce presente in tre zone caraibiche: dalle Bahamas e Cuba alle Isole Vergini; dal Belize alle Isole della Baia dell’Honduras; e in Colombia.

Ecologia-Habitat

Si trova lungo le coste, per lo più associato alle barriere coralline, fra 12 e 50 m di profondità, ma vive anche su fondali rocciosi ricchi d’incrostazioni ed alghe.

Paraclinus barbatus ha numerosi denti per afferrare e sgranocchiare piccoli invertebrati bentonici ma dato il forte mimetismo e la taglia si sa poco sulla sua biologia.

Ha numerosi denti per afferrare e sgranocchiare piccoli invertebrati bentonici ma dato il forte mimetismo e la taglia si sa poco sulla sua biologia © Allison & Carlos Estape

Morfofisiologia

Paraclinus barbatus raggiunge i 3,5 cm di lunghezza, e c’è chi parla di 5 cm ma è generalmente più piccolo. Il corpo lungo, col muso smussato, presenta scaglie cicloidi e balza subito all’occhio il caratteristico barbiglio sulla punta del mento.

Le narici hanno cirri semplici, ma quelli accanto agli occhi hanno la forma di una pagaia con piccole protuberanze arrotondate all’apice. La bocca è armata sul lato esterno delle mascelle da denti simili a canini o incisivi, relativamente grandi, seguiti da altri minuscoli, presenti anche sul palato, all’interno della bocca.

L’opercolo termina in alto con una punta spinosa sotto la vistosa tacca della pinna dorsale fra il terzo e il quarto raggio.

Visto così, con due grandi occhi finti da gufo, qualche predatore potrebbe pensare d’aver di fronte un pesce molto più grosso, e rinuncia al pasto.

Visto così, con due grandi occhi finti da gufo, qualche predatore potrebbe pensare d’aver di fronte un pesce molto più grosso, e rinuncia al pasto © Allison & Carlos Estape

Questa, come spesso accade nei Labrisomidae, non reca raggi molli ma 28-18 spine flessibili.

La pinna anale conta 2 raggi spinosi e 19-20 molli; le pettorali 13 raggi inermi e le pelviche, inserite davanti alle pettorali 1 spina e 2-3 raggi inermi. La caudale quasi troncata è bianca con barre nere; le pettorali e le pelviche sono gialle con 3 barre nere; la dorsale, che sfuma verso l’alto dall’arancio al bianco, mostra tre vistosi ocelli blu circondati da anelli gialli e rossi. Tre grandi occhi che confondono i predatori e le moderne fotocamere dei subacquei con riconoscimento oculare.

Per il resto la livrea marmorizzata, estremamente mimetica, è più o meno rossiccia, tendente al salmone spento o al rosso violaceo con macchie chiare sfumate. La parte superiore del barbiglio è biancastra e si nota un tratto bianco sul bordo inferiore del preopercolo. L’iride, rosso arancio, presenta linee nere raggiate.

Neppure l’uomo lo minaccia. L’indice di vulnerabilità alla pesca è al minimo, e considerando anche il vasto areale Paraclinus barbatus non è una specie a rischio.

Neppure l’uomo lo minaccia. L’indice di vulnerabilità alla pesca è al minimo, e considerando anche il vasto areale Paraclinus barbatus non è una specie a rischio © Allison & Carlos Estape

Etologia-Biologia Riproduttiva

Paraclinus barbatus si nutre di larve e piccoli invertebrati bentonici.

L’andamento delle popolazioni, la resilienza e le modalità riproduttive sono poco note, ma la vulnerabilità alla pesca del Blenny col pizzetto, bassissima, segna appena 10 su una scala di 100, ed anche se la distribuzione geografica appare disgiunta, è comunque ampia, e in certi habitat è un pesce comune.

Dal 2007 Paraclinus barbatus figura quindi come “LC, Least Concern”, cioè “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

 

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