Brachygenys jessiae

Famiglia : Haemulidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Endemico delle Galapagos, Brachygenys jessiae è un piccolo Haemulidae caratterizzato da una livrea argentea e circa 7 strisce longitudinali nere sui lati..

Endemico delle Galapagos, Brachygenys jessiae è un piccolo Haemulidae caratterizzato da una livrea argentea e circa 7 strisce longitudinali nere sui lati © Allison & Carlos Estape

Endemico delle Galapagos, dove è detto in inglese Black-striped salema, cioè Salpa striata nera per una certa somiglianza con la Sarpa salpa, noto Sparidae del Mediterraneo, presente anche lungo la costa atlantica orientale e poi nell’Oceano Indiano fino al Madagascar, Brachygenys jessiae (Jordan e Bollman, 1890) appartiene in realtà alla famiglia Haemulidae, si tratta cioè di un grugnitore, come l’analogo e più diffuso Grugnitore dalla bocca piccola (Brachygenys chrysargyreum).

Brachygenys jessiae è una specie con un areale di appena 500-2.000 km² che appare già, come “Vulnerabile”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

È una specie con un areale di appena 500-2.000 km² che appare già, come “Vulnerabile”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo © Allison & Carlos Estape

Il nome del genere Brachygenys deriva dal greco “βραχυζ” (Brachy), corto e “ϒενυζ” (genys), mento, con riferimento alla minuscola bocca, mentre il termine specifico jessiae, di Jessica in latino, è un omaggio a Jessie Knight Jordan, la seconda moglie di David Starr Jordan coautore della descrizione.

Zoogeografia

Brachygenys jessiae si nutre infatti esclusivamente di zooplancton soggetto a frequenti morie per il surriscaldamento delle acque superficiali.

Si nutre infatti esclusivamente di zooplancton soggetto a frequenti morie per il surriscaldamento delle acque superficiali © Allison & Carlos Estape

Brachygenys jessiae è presente per lo più nella parte centrale e occidentale dell’arcipelago.

Recenti stime parlano di un areale di almeno 500 km², ma certamente inferiore a 2.000 km².

Ecologia-Habitat

Brachygenys jessiae forma enormi banchi compatti che riposano immobili durante il giorno per sfuggire allo sguardo dei predatori.

Forma enormi banchi compatti che riposano immobili durante il giorno per sfuggire allo sguardo dei predatori © Allison & Carlos Estape

Brachygenys jessiae forma in genere, durante le ore del giorno, fitti banchi lungo i roccioni scoscesi che costeggiano le formazioni coralline.

Poi si muove a caccia di zooplancton in acque superficiali fra 3-11 m di profondità, anche se eccezionalmente può scendere fin verso i 18-20 m.

Qui si sono integrati visivamente a un roccione, come fanno altri pesci grugnitori come Brachygenys chrysargyreum o Haemulon flavolineatum.

Qui si sono integrati visivamente a un roccione, come fanno altri pesci grugnitori come Brachygenys chrysargyreum o Haemulon flavolineatum © Allison & Carlos Estape

Questa forma d’alimentazione è il suo lato debole, perché anche se è una specie relativamente prolifera con banchi immensi è soggetta a periodiche morie di massa quando viene a mancare il cibo per l’improvviso e forte riscaldamento delle acque superficiali.

Un fenomeno detto ENSO (El Niño-Southern Oscillation), che si verificava in media ogni 3-7 anni, fra dicembre e gennaio, ma che si sta purtroppo intensificando per i cambiamenti climatici.

Poi ripartono famelici in cerca di zooplancton nuotando in genere a 3 -11 m di profondità, la zona purtroppo interessata dal surriscaldamento di ENSO.

Poi ripartono famelici in cerca di zooplancton nuotando in genere a 3-11 m di profondità, la zona purtroppo interessata dal surriscaldamento periodico legato ad ENSO © Allison & Carlos Estape

Inoltre è una specie pescata per il consumo locale e come esca per la pesca al tonno.

Morfofisiologia

Brachygenys jessiae può raggiungere i 30 cm di lunghezza. Il corpo, compresso e allungato, reca una testa conica, ugualmente piatta, con un grande occhio. La bocca obliqua, è corta, con la mascella inferiore leggermente sporgente.

Questo si verificava un tempo, ogni 3-7 anni, fra dicembre e gennaio, ma oggi è molto più frequente per i cambiamenti climatici.

Questo si verificava un tempo, ogni 3-7 anni, fra dicembre e gennaio, ma oggi è molto più frequente per i cambiamenti climatici © Allison & Carlos Estape

Vi sono due pinne dorsali. La prima reca 10 raggi spinosi, e la seconda 1 raggio spinoso e 13-14 inermi, mentre l’anale conta 3 piccole spine e 10-11 raggi molli. Le pettorali sono inermi e la caudale è forcata.

La livrea, argentea, presenta circa 7 strisce longitudinali nere per lato.

Etologia-Biologia Riproduttiva

La riproduzione di Brachygenys jessiae non avviene come si potrebbe pensare in gruppo, e le coppie affidano le uova fecondate alle correnti.

La riproduzione non avviene come si potrebbe pensare in gruppo, e le coppie affidano le uova fecondate alle correnti © Allison & Carlos Estape

Nei raduni riproduttivi la fecondazione non avviene come si potrebbe pensare in gruppo, ma a coppie distinte con uova affidate alle correnti.

La resilienza è mediocre con un tempo minimo per il raddoppio delle popolazioni di 1,4-4,4 anni. La vulnerabilità alla pesca, bassa, segna appena 20 su una scala di 100.

La resilienza di Brachygenys jessiae e la vulnerabilità alla pesca bassa. L’unico rischio, che incombe sulla specie, è la crescente frequenza e intensità del surriscaldamento marino.

La resilienza è mediocre e la vulnerabilità alla pesca bassa. L’unico rischio, che incombe sulla specie, è la crescente frequenza e intensità del surriscaldamento marino © Allison & Carlos Estape

Il tallone d’Achille della specie resta dunque l’improvvisa moria di zooplancton a causa di ENSO ed è per questo, oltre al modesto areale, che i biologi della Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo hanno posto nel 2022 Brachygenys jessiae nella categoria “(VU) Vulnerable”.

Sinonimi

Xenocys jessiae Jordan & Bollman, 1890.

 

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