Cytinus ruber

Famiglia : Cytinaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Cytinus ruber è una pianta mediterranea che non è in grado di fare la fotosintesi clorofilliana per mancanza di foglie verdi. Vive quindi come parassita sulle piante di Cistus a fiori rosa, come questo Cistus albidus.

Cytinus ruber è una pianta mediterranea che non è in grado di fare la fotosintesi clorofilliana per mancanza di foglie verdi. Vive quindi come parassita sulle piante di Cistus a fiori rosa, come questo Cistus albidus © Giuseppe Mazza

Cytinus ruber (Fourr.) Fritsch è pianta parassita, priva di capacità di fotosintesi (oloparassita), appartenente alla famiglia Cytinaceae A.Rich. dell’ordine Malvales.

La famiglia in passato era inclusa nell’ordine Rafflesiales ma studi molecolari hanno indicato la sua nidificazione all’interno dell’ordine Malvales (APG III, 2009).

Il genere Cytinus include otto specie con una distribuzione disgiunta su due centri di diversità, uno nell’area mediterranea (Cytinus hypocistis; Cytinus ruber) e l’altro nell’Africa meridionale (Cytinus capensis; Cytinus sanguineus; Cytinus visseri) e Madagascar (Cytinus baroniiCytinus glandulosus; Cytinus malagasicus).

Non sono stati rinvenuti fossili di Cytinus, tuttavia stime basate su dati molecolari (geni nucleari a copia singola) collocano la sua origine a 72,1 milioni di anni fa.

Cytinus ruber si riscontra dal Portogallo alla Turchia, Bulgaria, Cipro, Israele, Georgia, Africa nordoccidentale (Isole Canarie, Marocco, Algeria, Tunisia), negli ambienti in cui sono presenti piante di Cistus a fiori rosa, come Cistus creticus L. e Cistus albidus L., con fioritura che va da marzo a giugno e fruttificazione tra agosto e novembre.

Queste due specie, tipiche della macchia mediterranea, sono piccoli arbusti sempreverdi appartenenti alla famiglia Cistaceae con foglie opposte, color grigio-verde e fusto legnoso poco più di un metro di altezza.

Presentano peli stellati e ghiandolari soprattutto sulle foglie, sui sepali e sui giovani fusti. I fiori, a simmetria raggiata, hanno petali sottili e stropicciati, color rosa delicato o porpora e si aprono al mattino e appassiscono la sera.

Il nome del genere Cytinus deriva dal greco antico “κῠτῐνος” (cytinos), citino, da kytos, vaso cavo, nome del calice del fiore del melograno (Teofrasto e Ippocrate) somigliante ai fiori di questa pianta. L’epiteto specifico ruber deriva da “rúbeo, rossiccio, essere rosso.

Il nome comune italiano è Ipocisto rosso; Roter Cistrosenwürger in tedesco e Red Rockrose-Parasite, in inglese; Cytinet rouge, in francese.

Cytinus ruber è visibile solo da marzo a maggio, quando spunta sul terreno per la fioritura dai tessuti radicali dell’ospite.

È visibile solo da marzo a maggio, quando spunta sul terreno per la fioritura dai tessuti radicali dell’ospite © Giuseppe Mazza

Fu Karl Fritsch (1864-1934) a pubblicare validamente il nome di questa specie in Exkursionsflora für Österreich und die ehemals österreichischen Nachbargebiete (Excursionsfl. Oesterreich, ed. 3: 69, 1922).

Cytinus ruber è una pianta monoica, perenne, caratterizzata da una marcata riduzione morfologica.

Il corpo vegetativo, infatti, è molto ridotto, incapace di fare la fotosintesi, e cresce esclusivamente all’interno del suo ospite (endofita). È visibile solo durante la fioritura, alta non più di una decina di centimetri, che annualmente, da marzo a maggio, si erge sul terreno dai tessuti radicali dell’ospite.

Il fusto interrato di Cytinus ruber, non più alto di una decina di centimetri, è ricoperto da squame carnose rosso lampone, e produce fiori raggruppati in infiorescenze.

Il fusto interrato, non più alto di una decina di centimetri, è ricoperto da squame carnose rosso lampone, e produce fiori raggruppati in infiorescenze © Giuseppe Mazza

Il fusto, ricoperto da squame carnose e di colore rosso lampone, produce fiori raggruppati in infiorescenze.

Si possono formare diverse infiorescenze dalla stessa radice dell’ospite, ma possono appartenere allo stesso individuo oppure a più individui geneticamente diversi.

L’infiorescenza è una densa spiga globosa con un numero di fiori che può variare da 3 a 20, ripartiti in maschili e femminili.

I fiori hanno perianzio che gradualmente si restringe sotto i lobi. La corolla, sia nei fiori maschili sia nei femminili, è composta da 4 petali, bianchi o bianco rosati, che a maturità diventano bulbosi e dentellati.

Qui ne affiorano altre a diversi stadi di crescita. Sono commestibili con virtù medicinali.

Qui ne affiorano altre a diversi stadi di crescita. Sono commestibili con virtù medicinali © Giuseppe Mazza

I fiori maschili, di circa 10-20 mm, sono posti all’interno dell’infiorescenza e hanno il perigonio imbutiforme; i femminili, posti all’esterno, sono leggermente più grandi, a forma di fiasco in corrispondenza dell’ovario.

Sia i fiori femminili sia i maschili producono quantità simili di nettare, che si accumula nella cavità nettarifera, ma la concentrazione zuccherina è maggiore nei fiori femminili.

All’interno dell’infiorescenza un singolo fiore dura circa 6 giorni. I fiori femminili si aprono qualche giorno prima dei maschili. Gli impollinatori sono principalmente formiche e insetti volanti (api, coleotteri) che, alla ricerca del nettare, entrano a contatto con gli organi riproduttori.

Difficile dire in che misura il Cistus ne soffra. Certo dovrà lavorare un po’ di più, perché il parassita sottrae gli elaborati della pianta, ma le foglie per farli non gli mancano.

Difficile dire in che misura il Cistus ne soffra. Certo dovrà lavorare un po’ di più, perché il parassita sottrae gli elaborati della pianta, ma le foglie per farli non gli mancano © Giuseppe Mazza

In particolare, le formiche toccano costantemente le antere con i loro corpi e trasportano il polline per depositarlo su l’ampia superficie stigmatica dei fiori femminili.

Il frutto, del diametro di 7 mm, è una bacca carnosa bianca che contiene semi pulverulenti, circa 25.000 per frutto, immersi in una polpa viscosa. L’elevato numero si giustifica perché solo pochissimi semi riescono a raggiungere l’ospite da parassitare.

Uno studio su Cytinus ruber e sull’affine Cytinus hypocistis (Annals of Botany 100: 1209–1217, 2007) ha evidenziato la presenza di sistemi endofitici simili, indipendentemente dall’ospite parassitato. Si tratta di filamenti cellulari che si estendono tangenzialmente attraverso il periciclo e il floema della radice dell’ospite al fine di sottrarre elaborati alla pianta ospite a vantaggio della crescita del parassita.

Particolare di due infiorescenze di Cytinus ruber. I fiori femminili si aprono qualche giorno prima di quelli maschili posti al centro.

Particolare di due infiorescenze. I fiori femminili si aprono qualche giorno prima di quelli maschili posti al centro © Giuseppe Mazza

Nello stesso tempo i filamenti crescono radialmente in modo da attraversare la zona cambiale dell’ospite e colonizzare la regione xilematica ove si ha il trasporto dell’acqua e dei sali minerali. Pertanto, il sistema endofitico di entrambe le specie di Cytinus è presente in tutti i tessuti radicali dell’ospite raggiungendo la massima complessità nello xilema dell’ospite.

Poiché non sono stati osservati contatti diretti xilema-xilema o floema-floema è probabile che il trasferimento dei nutrienti possa avvenire attraverso le pareti cellulari (via apoplastica), cioè senza attraversare alcuna membrana, tra le cellule del parassita e quelle dell’ospite.

Ciò si spiega perché un contatto diretto con lo xilema avrebbe causato la formazione di una difesa da parte dell’ospite con la chiusura dei vasi, mediante estroflessioni (tille), impedendo qualsiasi travaso.

Eccoli a confronto, quello maschile a sinistra. Producono entrambi simili quantità di nettare ma la concentrazione di zuccheri è maggiore in quelli femminili.

Eccoli a confronto, quello maschile a sinistra. Producono entrambi simili quantità di nettare ma la concentrazione di zuccheri è maggiore in quelli femminili © G. Mazza

Inoltre, è possibile che le cellule dell’endofita di Cytinus, situate tra le cellule del floema dell’ospite, catturino da esse i fotoassimilati e possano trasportarli attraverso il proprio citoplasma, sfruttando il sistema di continuità dei plasmodesmi (via simplastica). L’endofita di Cytinus, grazie a questo flusso di acqua e sostanze nutritive, è in grado crescere, fiorire e fruttificare.

Cytinus ruber è ritenuto commestibile e l’infiorescenza si cuoce come sostituto degli asparagi. La polpa dell’ovario è dolce. Questa pratica era diffusa nelle isole adriatiche della Croazia.

Nella medicina popolare di diverse aree europee, gli estratti delle infiorescenze, per le loro proprietà emostatiche e astringenti, trovavano impiego in casi di dissenteria, per lenire le infiammazioni della gola e degli occhi. Anche nella parte centro-meridionale della Sardegna, indagini etnobotaniche hanno confermato che estratti di Cytinus erano utilizzati come sostanze astringenti, emostatiche e toniche.

L’impollinazione di Cytinus ruber è affidata principalmente alle formiche, ma anche agli insetti volanti di passaggio come api e coleotteri.

L’impollinazione è affidata principalmente alle formiche, ma anche agli insetti volanti di passaggio come api e coleotteri © Giuseppe Mazza

In un recente studio (Plants 2021, 10, 146) sulla composizione chimica e nutrizionale di  Cytinus ruber, su piante provenienti dalla Grecia, sono stati riscontrati tannini idrolizzabili (o gallotannini).

La presenza di tannini, su estratti etanolici e acquosi, è stata anche riscontrata in piante raccolte in Sardegna.

I tannini oltre ad avere proprietà antiossidante hanno anche attività antimicrobica. Quest’ultima attività è stata testata su tre specie di batteri Gram-positivi (Staphylococcus aureus, Staphylococcus epidermidis, Enterococcus faecium) che sono risultati sensibili con una concentrazione minima inibente (MIC, µg/ml) compresa tra 125 e 500 μg/ml, per gli estratti acquosi, e tra 31,25 e 250 μg/ml, per gli estratti etanolici.

I fiori di Cytinus ruber durano circa 6 giorni e la base dei femminili fecondati si ingrossa trasformandosi in una bacca carnosa bianca che può contenere anche 25.000 semi.

I fiori durano circa 6 giorni e la base dei femminili fecondati si ingrossa trasformandosi in una bacca carnosa bianca che può contenere anche 25.000 semi © Giuseppe Mazza

I semi pulverulenti di Cytinus ruber, immersi in una polpa viscosa, sono per lo più dispersi dalle formiche e germinano spesso nei formicai dei dintorni accanto alle radici di altri Cystus.

Sono pulverulenti, immersi in una polpa viscosa. Vengono per lo più dispersi dalle formiche e germinano spesso nei formicai dei dintorni accanto alle radici di altri Cystus © Giuseppe Mazza

Sui ceppi Gram-negativi (Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella pneumoniae) non è stata riscontrata attività antimicrobica.

Questi studi indicano che Cytinus potrebbe essere una fonte naturale di sostanze antimicrobiche e antiossidanti.

L’ipocisto rosso ha due sottospecie: Cytinus ruber subsp. ruber, presente nell’area mediterranea, e Cytinus ruber  subsp. canariensis (Webb & Berthel.) Finschow ex G.Kunkel, propria delle Isole Canarie.

Sinonimi: Cytinus clusii (Nyman) Gand.; Cytinus hypocistis subsp. clusii Nyman; Cytinus hypocistis var. kermesinus Guss.; Cytinus hypocistis subsp. kermesinus (Guss.) Arcang.; Hypocistis hypocistis var. kermesinus (Guss.) Linding.; Hypocistis kermesina (Guss.) Kuntze; Hypocistis rubra Fourr.