Testo © Pierluigi Angeli
Famiglia: Gomphidiaceae Maire ex Jülich, (1982).
Genere: Chroogomphus (Singer) O.K. Miller (1964).
Chroogomphus rutilus (Schaeffer : Fries) Miller (1964).
L’etimologia del nome dal termine latino “rútilus” = rossiccio, fiammeggiante.
Volgarmente conosciuto col nome di chiodetto, chiodello per gli Italiani; gomphide rutilant, per i Francesi; gonfidio viscoso, coma de perdiu, lerdeki marroi per gli Spagnoli.
Descrizione del genere
Al Genere Chroogomphus sono ascritti funghi che hanno il cappello carnoso, ± feltrato o glutinoso e umbonato.
Le lamelle decorrenti sul gambo, di colore rosa-ocraceo-arancio che poi diventano bruno-nerastre a maturità. La carne color arancio, rosso carminio al taglio. Velo fibrilloso. Le ife miceliari alla base del gambo sono amiloidi, sporata grigio-olivastro.
Descrizione della specie
Cappello: 4-10 cm, inizialmente emisferico poi conico-campanulato, infine piano e anche ± depresso, con umbone; margine all’inizio aderente al gambo, involuto, poi incurvato verso il basso e solo tardivamente disteso. Cuticola liscia, vischiosa a tempo umido, lucente con tempo secco, fibrillosa, di colore bruno-grigio, bruno-ocra, vinoso, con riflessi ramati o sfumature olivastre.
Imenio: lamelle rade, decorrenti sul gambo, spesse, arcuate, intercalate da lamellule; il colore va dall’ocra olivastro, verde-oliva al bruno-nerastro a maturazione.
Gambo: 5-10 × 1-2 cm, slanciato, cilindroide, attenuato alla base, pieno; superficie un po’ viscida, fibrillosa, con fini scaglie disposte a zigzag, dello stesso colore del cappello, più vinoso nella parte superiore, giallastro alla base, talvolta ornato da resti del velo che formano una zona anulare nella parte alta nel fungo giovane.
Carne: soda, compatta, molliccia a maturazione, fibrosa nel gambo, di colore ocra-arancio, rosa-salmone, infine, negli esemplari maturi, anche vinoso, giallo o giallo-cromo alla base del gambo. Odore quasi nullo, sapore mite come di nocciola.
Habitat: specie molto comune, cresce in estate e in autunno sotto pini a due aghi. Pinus pinea in ambiente mediterraneo; Pinus nigra e Pinus sylvestris in montagna.
Commestibilità: commestibile ma di scarso valore.
Spore: brunastre al microscopio, fusiformi, ellissoidali, lisce, guttulate, (13) – 15 – 19 × 6 – 7,5 µm.
Basidi: clavati, tetrasporici, senza giunti a fibbia, 50 – 63 × 11 – 14,5 µm.
Cheilocistidi e Pleurocistidi: numerosi, cilindroidi, appena ventricosi, incrostati, 127,5 – 147,5 × 15 – 20 µm.
Trama lamellare bilaterale. Spore in massa bruno-oliva.
Osservazioni: è un fungo che cresce esclusivamente in simbiosi con i pini a due aghi, sia in montagna sia in zona mediterranea.
Si riconosce facilmente per il cappello vischioso a tempo umido e lucente a tempo secco, per il colore che va dal laterizio al vinoso e per la carne gialla cromo alla base del gambo.
Si può confondere con: Chroogomphus helveticus (Singer) M.M. Moser, che però è di taglia inferiore, ha il cappello vellutato, fibrilloso, appena viscido a tempo umido, di colore giallo arancio, si macchia di rossastro allo sfregamento; le lamelle sono più pallide, nerastre a maturità; gambo con tomentosità e colore simile a quella del cappello, alla pressione si macchia di bruno arancione per poi scurire; carne compatta, ocra arancio, più scura alla base del gambo.
Il Chroogomphus rutilus fo. fulmineus (Heim) Courtecuisse, che è molto simile, però è di taglia più piccolo, ha il cappello di colore rosso molto carico, a volte quasi nerastro al centro, con sfumature rosso vermiglio o arancio vivo, senza umbone, la carne giallo-arancione che a contatto con l’ammoniaca vira al viola, cresce anch’esso sotto pino a due aghi in ambiente mediterraneo.
Sinonimi: Agaricus rutilus Schaeffer (1774) (basiniomo); Gomphidius viscidus (Linnaeus) Fries (1838); Gomphidius rutilus (Schaeffer) S. Lundell (1937).
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