Famiglia : Bacillidae
Testo © Prof. Santi Longo
Clonopsis gallica (Charpentier, 1825), in relazione alla prima descrizione è comunemente noto come Insetto stecco francese.
Il nome generico deriva dal greco “clone” ramo e “opsis” vista, mentre quello specifico fa riferimento alla Gallia, antico nome della regione nella quale sono stati descritti gli esemplari raccolti.
L’insetto afferisce alla famiglia Bacillidae dell’ordine Phasmatodea (Fasmoidei) che include circa 3.000 specie, quasi tutte terrestri, dai costumi notturni, poco mobili e spesso morfologicamente e cromaticamente simili al substrato vegetale sul quale vivono, caratteristiche che li rendono difficilmente individuabili dall’occhio umano e da quello dei predatori. In altri termini si mimetizzano con il substrato sia per il colore del tegumento (omocromia) che per la forma (omomorfismo).
Il mimetismo criptico riguarda anche le uova che sono simili a semi di piante erbacee. Gli stadi giovanili (neanidi) sono inoltre in grado di staccarsi gli arti, per autotomia, e di rigenerarli, in tutto o in parte, nel corso delle mute e in base alla temperatura, all’umidità e alla luminosità ambientale, possono cambiare il colore del tegumento.
Di origine tropicale e subtropicale, sono diffusi anche nelle regioni temperate e, per ragioni di studio, vengono allevati, in molti insettari e laboratori di tutto il mondo. Le dimensioni corporee degli adulti variano da 1 cm circa ai quasi 36 cm di Phobaeticus chani, ritenuto uno degli insetti più grandi attualmente esistenti. Tuttavia la specie che raggiunge le dimensioni massime è Phryganistra chinensis che arriva a misurare ben 62,4 cm.
Nelle specie in cui i maschi sono rari, o assenti, le femmine possono deporre uova non fecondate dalle quali, per partenogenesi, nascono altre femmine.
L’ordine Phasmatodea è suddiviso nei seguenti sottordini: Agathemerodea, Timematodea e Verophasmodea: quest’ultimo include anche le famiglie Bacillidae e Phylliidae.
In relazione al loro aspetto e alla somiglianza con i vegetali, sui quali vivono, i componenti delle suddette famiglie vengono comunemente distinti in due tipi morfologici principali: “insetti foglia” e “insetti stecco”. La specie più nota del primo gruppo è Phyllium giganteum, della regione indo-malese, che come altre congeneri, ha il corpo appiattito, con espansioni lamellari ai femori, e talvolta anche alle tibie, e che assume il colore e le sembianze delle foglie dei vegetali ospiti.
Gli “insetti stecco”, privi di ali, che sono presenti nelle regioni temperate, fino al ‘600, erano ritenuti l’anello di congiunzione fra i regni animale e vegetale e, anche per la loro immobilità diurna, venivano denominati “xylophyton” (figlio del legno), in quanto si riteneva fossero generati dai rametti marcescenti di Viburno.
In tale epoca gli studiosi Redi e Stenone, dissezionarono e descrissero la morfologia di Clonopsis gallica, nell’opera Esperienze intorno alla generazione degli insetti, dimostrando che si trattava di un insetto.
In Europa, oltre a Clonopsis gallica, sono presenti alcune specie del genere Bacillus, morfologicamente simili fra loro, ma con differente numero di cromosomi nel loro genoma. Aspetto simile hanno le specie recentemente ascritte al genere Pijnackeria riscontrate in Spagna e nella Francia meridionale
Zoogeografia
Clonopsis gallica è presente in varie aree lungo il litorale Atlantico del Nord Africa e dell’Europa continentale: in Francia, compresa la Corsica; in Italia, comprese la Sicilia, la Sardegna e molte isole minori; in Portogallo, incluse le Azzorre e Madeira e in Spagna, comprese Maiorca e Tenerife.
È stato segnalato anche in Croazia e in Grecia.
Ecologia-Habitat
Specie xerotermica, vive in ambienti caldi, nei quali è attiva prevalentemente nelle ore notturne.
I vari stadi biologici vivono su svariate piante nutrici con preferenza per le Rosacee e in particolare Rubus, Prunus, Crataegus, è meno frequente su Anacardiacee e Fabacee.
Con il robusto apparato boccale masticatore, gli stadi attivi rodono le foglie senza tuttavia causare defogliazioni degne di nota.
Morfofisiologia
Le femmine adulte hanno il corpo lungo fino a 9 cm, di colore marrone chiaro o verdastro con una linea biancastra, o rosata lungo i lati. L’analisi del patrimonio cromosomico o cariotipo consente di definire la specie e il sesso degli individui ai quali appartiene il genoma, nonché le eventuali alterazioni nel numero e nella struttura dei cromosomi.
Tali analisi hanno consentito di accertare che gli esemplari, lunghi fino a 6 cm, a completo sviluppo, descritti come maschi, sono in realtà femmine con alcuni caratteri morfologici maschili e quindi non in grado di fecondare le vere femmine.
Tutti gli individui sono secondariamente atteri, avendo perduto le ali per adattamento alla vita sedentaria.
Il capo è ipognato, cioè rivolto verso il basso, ed è privo di occhi semplici (ocelli) così chiamati poiché rispetto agli occhi composti, non sono innervati dai lobi ottici e sono dotati di una sola cornea.
L’apparato boccale è di tipo masticatore dotato di robuste mandibole mascelle con lobi distinti e palpi di 5 articoli, labbro inferiore con due lobi e palpi di 3 articoli.
I tre segmenti che costituiscono il torace recano ciascuno un paio di zampe lunghe e sottili, atte alla deambulazione; la carena inferiore dei femori è priva di spine.
Nel margine antero-laterale del primo segmento toracico (protorace) sboccano le ghiandole repugnatorie le cui maleodoranti secrezioni possono essere schizzate a una certa distanza contro eventuali aggressori.
L’addome, lungo e sottile, ben distinguibile dal torace, è formato da dieci segmenti (uriti), nell’ultimo dei quali sono presenti due brevi appendici dette cerci.
L’Insetto stecco francese è morfologicamente simile alla specie di maggiori dimensioni, nota come Insetto stecco (Bacillus rossius), con il quale viene spesso confuso; tuttavia rispetto a quest’ultimo, le antenne sono più corte e hanno un numero minore di articoli variabile da 10 a 15, non sempre ben delimitati.
Le antenne dell’insetto stecco sono ben più lunghe del capo e il numero di articoli può variare da 20 a 25.
Le uova, lunghe circa 2,5 mm, sono simili a semi di piante erbacee e tali venivano considerati fino alle osservazioni effettuate da Redi e Stenone.
Lo strato esterno dell’uovo, detto corion, è di colore bruno con ornamentazioni rugose e un opercolo al polo anteriore.
Gli stadi giovanili, simili agli adulti, hanno il corpo di dimensioni progressivamente crescenti da 1,5 cm appena sgusciate, fino ai circa 5,5 cm dell’ultima età giovanile.
Etologia-Biologia Riproduttiva
La femmina difende dagli intrusi la porzione di chioma nella quale si nutre, al pari di altri insetti territoriali, quale il ben noto Cervo volante (Lucanus cervus).
In tale sito restando immobile lascia cadere al suolo un centinaio di uova delle quali una percentuale variabile dal 30 all’80% schiude nello stesso anno di deposizione mentre la restante parte si schiuderà nell’anno successivo.
In relazione alle condizioni microclimatiche la specie può svolgere da una a due generazioni annue.
La riproduzione avviene per partenogenesi telitoca che dà cioè origine a discendenza femminile. Il che non rende sempre applicabile e verificabile il concetto classico di specie, intesa come gruppo di individui in grado di accoppiarsi fra loro e di generare prole interfeconda e, pertanto, l’individuazione si basa su criteri morfologici e genetici. Lo stadio adulto viene raggiunto dopo che gli individui, sgusciati dall’uovo, detti neanidi, compiono cinque mute con progressivo aumento delle loro dimensioni corporee.
Tale tipo di sviluppo, simile a quello degli esapodi primitivi privi di ali, detti ametaboli, è denominato pseudoametabolia poiché gli adulti, ancestralmente dotati di ali, le hanno perdute nel corso della loro evoluzione e sono simili agli stadi giovanili.
Vari predatori, Roditori, Uccelli, Mantidi, riescono a catturare sia gli stadi giovanili che gli adulti che si mimetizzano restando immobili sulle piante.
Sinonimi
Phasma gallica Charpentier, 1825; Bacillus granulatus Brullè, 1832; Bacillus gallicus occidentalis Bolivar, 1894; Bacillus (Clonopsis) gallicus affinis Salfi,1925.