Famiglia : Scaridae
Testo © Giuseppe Mazza
Appartenenti alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e all’ordine dei Perciformes, i pesci pappagallo vengono collocati da alcuni nella famiglia degli Scaridae, che conta oggi, nel 2021, una decina di generi ed un centinaio di specie.
Per altri tassonomi, studi molecolari alla mano, questi pesci sarebbero invece da collocare negli Scarinae come sottofamiglia dei Labridae, un gruppo molto più vasto che vanta già, senza contare i pesci pappagallo, 70 generi e 559 specie.
Si tratta in entrambi i casi di pesci che nuotano con le pinne pettorali e sorprendono per le loro livree sgargianti cambiando aspetto e sesso con disinvoltura prendendosi spesso gioco dei tassonomi.
Ma d’altra parte i pesci pappagallo non sono carnivori come i labridi ed hanno i denti fusi fra loro per formare due piastre mascellari. Sono un gruppo ben caratterizzato ed omogeneo d’erbivori produttori di sabbia, anche se poi ogni specie ha le sue particolarità.
C’è chi prende a testate i coralli, come il Bolbometopon muricatum, per ingoiarne i frammenti e goderseli a lungo in bocca, macinandoli come croccanti; chi ripulisce il reef grattando le alghe incrostanti come lo Scarus psittacus; chi preleva, tagliandole di netto come una forbice, le fronde delle alghe bentoniche come Calotomus carolinus; e chi ha una spiccata propensione per le zooxantelle, le microscopiche alghe simbionti presenti nei polipi dei coralli che preleva al volo, prima che si ritraggano, con buona parte del supporto.
Sparisoma viride (Bonnaterre, 1788) si potrebbe dire è una “bocca fina” che ama le alghe molli e si mostra alquanto selettivo nella scelta, con una predilezione per quelle che appartengono al genere Dictyota, mentre fra le madrepore le sue preferenze vanno ai polipi di Porites porites e Montastraea annularis.
Viene detto Pesce pappagallo semaforo, per la macchietta gialla che spunta sul bordo centrale dell’opercolo nei maschi adulti in livrea terminale, mentre il genere Sparisoma nasce dal latino “sparus” = giavellotto, per il profilo del pesce simile alla punta di una lancia, e dal greco antico “σῶμα” (soma) che significa corpo. Si tratterebbe quindi di un pesce che evoca la punta di una lancia.
Ma in questo nome si può trovare anche un facile riferimento all’Orata, classificata con analoga radice da Linneo come (Sparus aurata) che fa parte però della famiglia degli Sparidae.
Si potrebbe quindi anche semplicemente concludere che è un pesce con il corpo di uno Sparus o che è uno Scaridae che assomiglia a uno Sparidae.
Il termine specifico viride ci ricorda invece molto più semplicemente, dal latino “viridis”, che si tratta un pesce verde. Questo, ben inteso, nella livrea maschile terminale, perché Sparisoma viride è una specie ermafrodita protogina.
A un certo punto, infatti, le femmine si trasformano in maschi e nella prima fase, quella femminile o dei giovani maschi, il colore che balza all’occhio non è certo il verde ma il rosso sgargiante delle pinne e del ventre.
Zoogeografia
Sparisoma viride vive nelle acque tropicali dell’Atlantico occidentale.
Partendo dalle Isole Bermude, è una specie comune nel sud della Florida, il Golfo del Messico, le Antille e il Mar dei Caraibi fino alla parte settentrionale del Brasile.
Ecologia-Habitat
Gli adulti circolano per lo più negli ambienti madreporici, ricchi di anfratti dove possono nascondersi la notte, mentre i giovani crescono spesso al riparo delle fronde nelle praterie sommerse.
Specie diurna bentopelagica, il Pesce pappagallo semaforo nuota in genere fra 3 e 50 m di profondità con una netta preferenza per le località poco frequentate dall’uomo, tant’è che lungo le coste si trovano solo pesci di taglia modesta con circa 4 anni d’età, mentre nei reef al largo possono raggiungere anche gli 8 anni con dimensioni ovviamente maggiori.
È un pesce che dedica al pasto gran parte della giornata. Si muove molto, raschiando o mordicchiando solo i bocconi migliori, talora isolato o in coppia, ma spesso in piccoli gruppi costituiti da un maschio terminale e qualche femmina.
Le zone maggiormente frequentate sono quelle esposte ai marosi, dove sulle parti morte delle madrepore crescono abbondanti le alghe che ingoia spesso col substrato producendo sabbia corallina.
Come d’uso fra scaridi, questi pesci macinano infatti a lungo i prelievi con i solidi denti faringei e lo scarto, dopo un lungo percorso intestinale, è la candida sabbia che contribuisce al fascino di molte spiagge esotiche.
Morfofisiologia
Sparisoma viride può raggiungere i 64 cm di lunghezza e 1,6 kg, ma la taglia corrente si aggira intorno ai 38 cm, ed è interessante notare che a differenza d’altri pesci pappagallo i maschi non sono più grandi delle femmine. Cambiano livrea nella fase terminale ma le misure massime restano le stesse.
Anatomicamente, la lunga pinna dorsale reca 9 raggi spinosi e 10 molli, l’anale, più corta, 3 raggi spinosi e 9 inermi. Le pettorali hanno 12 raggi molli, le pelviche sono del tutto normali e la caudale è molto più allungata sui lati nei maschi anziani.
Le due solide piastre mascellari sono poco visibili, perché coperte in gran parte dalle gengive. All’apice sono seghettate ad incastro, per meglio recidere le alghe, ma non si notano alla base dei piccoli canini, come per esempio accade in Scarus prasiognathos e Scarus flavipectoralis.
Dopo la fase giovanile, caratterizzata da una livrea mimetica scura e poi rossiccia con 3 file di macchie bianche e una striscia bianca verticale alla base della pinna caudale, si giunge verso i 16 cm alla fase, detta iniziale, dove i maschi hanno la stessa livrea delle femmine. La testa tende al marrone, mentre le grandi squame dei due terzi superiori del corpo hanno il centro chiaro ed il bordo marrone scuro che sfumano progressivamente nel rosso sgargiante del ventre e delle pinne.
In questa fase, a tratti, il centro di alcune squame si fa molto scuro creando un disegno mimetico che al confronto col resto sembra talora quasi in bianco e nero.
Le femmine maturano verso i 17-25 cm e non cambiano più i colori, mentre i maschi, pur essendo nel 4-5% dei casi già in grado di riprodursi a queste dimensioni e con livrea femminile, assumono poi colori completamente diversi.
In fase terminale sono infatti verde vivo con una fascia di squame gialle alla fine del peduncolo caudale e una mezzaluna d’analogo colore sulla pinna adiacente che si prolunga sui lati.
Il capo mostra nella parte superiore tre fasce rosate e la famosa macchietta gialla, un semaforo fra il verde e il rosso, che portano con orgoglio sul bordo dell’opercolo come segno distintivo e discreto di una vita ben riempita, come la versione ridotta dell’onorificenza cavalleresca che gli umani mostrano con ostentata discrezione sul bavero della giacca.
Accanto a questa sul bordo dell’opercolo e sulla membrana opercolare si nota infine una vistosa diagonale rossa.
Va poi aggiunto che, come accade per molti pesci ed in particolar modo nel mondo degli scaridi, sia i maschi che le femmine possono agire sui cromatofori modificando istantaneamente, entro certi limiti, la loro livrea.
Un maestro del gruppo è senza dubbio Calotomus carolinus che si rivela fin da piccolo un abile trasformista con maschi terminali dove il colore di fondo passa con disinvoltura dal turchese al verde, al blu o al marrone rossiccio. Mantengono immutato solo il disegno stellato intorno agli occhi, il loro “segno del comando”, presente anche nel pigiama mimetico che indossano quando vanno a dormire per sottrarsi allo sguardo dei predatori.
Analogamente anche i maschi di Sparisoma viride non rinunciano di notte, pur attenuando i colori, alla loro decorazione gialla sul bordo dell’opercolo ed alle squame gialle presenti sul peduncolo caudale che probabilmente simulano nel buio un finto occhio per dirigere i predatori verso un organo non vitale mentre il pesce scappa.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Sparisoma viride si riproduce durante tutto l’arco dell’anno ma con maggiore intensità all’inizio della primavera.
Una recente ricerca ha mostrato che in questo periodo le femmine pescate, indipendentemente dalla taglia, erano pronte a deporre anche 60.000 uova.
I maschi terminali diventano più territoriali del solito, perché un territorio grande vuol dire in pratica più femmine. Le fecondano a turno, ma non è escluso che qualche maschio con livrea femminile possa aggiungere di soppiatto i suoi gameti.
Le uova, grazie ad una bollicina oleosa, sono galleggianti e schiudono a circa 26 ore dalla fecondazione.
Le larve, ugualmente pelagiche, misurano 1,4 mm. Galleggiano a testa in su, fin che dura la bollicina oleosa, e crescono trascinate dalle correnti.
Il Pesce pappagallo semaforo è localmente pescato per il consumo locale benché si verifichino casi di ciguatera, una grave intossicazione alimentare legata a particolari specie velenose che possono far parte del loro regime alimentare.
Non si tratta di una specie in pericolo.
La resilienza di Sparisoma viride è relativamente buona, con un possibile raddoppio delle popolazioni decimate dagli eventi in 1,4-4,4 anni e l’indice di vulnerabilità alla pesca è oggi modesto, segnando 31 su una scala di 100. Figura dunque come “LC, Least Concern” nella Lista Rossa delle specie in pericolo.
Sinonimi
Scarus viridis Bonnaterre, 1788.