Famiglia : Arecaceae
Testo © Alessandro Marini
Asterogyne martiana H.Wendl. è molto diffusa in America centrale e presenta un ampio areale di distribuzione che va dalla Colombia al Costa Rica fino all’Ecuador, Belize, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panamá.
È una palma tipica del sottobosco della foresta tropicale pluviale, dove è abbastanza comune e largamente distribuita fino a 500 m di altezza, tranne in Colombia dove raggiunge anche i 1.100 m.
Il nome del genere Asterogyne fa riferimento alla forma a stella del fiore femminile e deriva dai vocaboli greci “ἀστήρ” (astér), stella e “γυνή” (gyne), femmina.
Il nome della specie martiana onora il naturalista e botanico tedesco Carl Friedrich Philipp Martius (1794-1868), professore all’Università e direttore del Giardino botanico di Monaco, che esplorò l’Amazzonia da cui riportò centinaia di campioni di animali, piante e semi.
Questa specie è la più largamente diffusa del genere Asterogyne.
Nomi comuni: Cortadera, Rabihorcao (Colombia), Pico (Ecuador), Capoca (Guatemala), Pacuquilla (Honduras), Pata de gallo (Nicaragua), Polaris palm (Inglese).
Palma di dimensioni contenute, ha fusti solitari sottili e verdi che possono arrivare a 2 m di altezza, con diametro massimo di 4/5 cm.
I fusti sono spesso a sviluppo sotterraneo o prostrato, in quest’ultimo caso possono emettere radici nei punti di contatto con il suolo. Può anche presentare piccole radici aeree alla base delle piante. Negli esemplari più grandi i fusti sono spesso ricoperti dai residui delle vecchie foglie.
La corona fogliare è composta da 8 a 18 foglie e presenta un diametro di 2,5 m. Le nuove foglie hanno portamento verticale mentre quelle più vecchie tendono a disporsi orizzontalmente.
Le foglie sono intere, bifide e profondamente divise all’apice in due larghi segmenti appuntiti. Sono lunghe fino ad 1 m, e larghe fino a 30 cm, e hanno prominenti venature in rilievo, trasversali al rachide, che corrispondono a segmenti fogliari pennati non sviluppati. Sono generalmente intere, ma eccezionalmente possono risultare divise su entrambi i lati in 2 o 3 segmenti fogliari molto larghi, con spesse venature evidenti.
Le foglie sono di colore verde scuro superiormente e verde chiaro inferiormente. La nuova foglia emergente è di colore variabile dal giallo all’arancione, dal rosa al rosso. Il rachide è verde sulla pagina superiore della foglia ed è più spesso e più scuro, tendente al marrone, sulla pagina inferiore.
Il picciolo è liscio e corto rispetto alle dimensioni della lamina fogliare, lungo fino a 15 cm e presenta fibre marroni sui bordi intorno alla base.
Asterogyne martiana è specie monoica. L’infiorescenza si sviluppa alla base delle foglie ed è lunga tra 50 e 80 cm e di colore variabile dall’arancione al marrone.
L’infiorescenza ramifica nella parte apicale del picciolo in 3/8 racemi dritti lunghi da 15 a 25 cm, con diametro da 4 a 8 mm.
Sull’infiorescenza sono presenti triadi di 2 fiori maschili e 1 fiore femminile disposte in distinte file longitudinali. Il fiore maschile ha 6-24 stami. Il fiore femminile ha forma di stella, da cui il nome del genere. La fioritura dei fiori maschili e femminili è sincronizzata con fasi ben separate nel tempo.
Le piante possono apparire unisessuali perché i fiori maschili sono piuttosto affossati e non risultano evidenti durante la fioritura femminile.
Nei luoghi di origine la fioritura avviene in gran parte dell’anno e all’impollinazione provvedono diverse specie di insetti della famiglia dei Syrphidae.
Il frutto immaturo varia dal verde al porpora al marrone ed è nero a maturità. Ha forma ovoidale o ellissoidale liscia ed è lungo fino a 1,2 cm con diametro fino a 0,5 cm e presenta endosperma omogeneo contenente un unico seme.
Asterogyne martiana è l’unica delle 5 specie del genere Asterogyne ad essere largamente conosciuta soprattutto per l’ampio areale di distribuzione. Di conseguenza è abbastanza diffusa in coltivazione e può essere ammirata in parchi pubblici e giardini privati in tutta la fascia tropicale.
Si riproduce facilmente da seme, che germina facilmente in 1 o 2 mesi su letto caldo.
La specie può essere molto ben utilizzata nei piccoli giardini per le dimensioni contenute, ma ha bisogno di posizioni ombrose, riparata da alberi e arbusti, come in natura. Per mantenere le foglie indivise si devono riparare le piante dai venti, posizionandole in siti protetti.
È una candidata perfetta come pianta d’appartamento o per piccole serre e giardini d’inverno, garantendo una buona umidità ambientale e luce naturale.
Il terreno di coltivazione deve essere molto drenante perché questa specie non sopporta i suoli umidi e i ristagni idrici e nemmeno le innaffiature frequenti. Può essere utilizzato allo scopo un misto composto da terra con sabbia di fiume, agriperlite e altri materiali inerti come il lapillo.
Benché d’origine tropicale, Asterogyne martiana ha dimostrato una certa resistenza al freddo in coltivazione, sopportando temperature minime fino a 4°C, seppur occasionalmente e per breve periodo. Rimane comunque una specie coltivabile solo in climi subtropicali o temperati caldi, dove non gela mai e i periodi freschi sono limitati nel tempo.
Le foglie vengono spesso raccolte dalle popolazioni locali come copertura per i tetti delle capanne, per la loro lunga durata.
Sinonimi: Geonoma martiana H.Wendl.; Geonoma trifurcata Oerst., Vidensk. Meddel.; Asterogyne minor Burret.