Famiglia : Sphyraenidae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Grande barracuda, Sphyraena barracuda (Edwards, 1771), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Sphyraenidae, quella riservata, appunto, ai barracuda. Pesci che circolavano già nell’Eocene inferiore, oltre 40 milioni d’anni fa, presenti oggi con un solo genere, Sphyraena, e 28 specie.
In un primo tempo questo pesce era stato classificato come Esox barracuda Edwards, 1771 per una certa somiglianza col Luccio (Esox lucius, Linnaeus 1758).
Il genere Sphyraena, successivamente assegnato, ha origini poco chiare. In greco “σφυρά” (sphyra) significa martello o la marra dell’ancora e pare difficile collegarlo a questo pesce. Il termine però era già stato usato da Linneo con Esox sphyraena Linnaeus, 1758, oggi sinonimo del Barracuda europeo (Sphyraena sphyraena). Questa, quindi, è la probabile fonte d’ispirazione.
L’etimologia del termine specifico barracuda è invece semplice: nasce dal termine spagnolo “barraco” che vuol dire “denti che si sovrappongono”.
Zoogeografia
Il Grande barracuda è presente nei mari tropicali e subtropicali di tutto il mondo, eccetto il Pacifico orientale, dove improvvisamente si arresta dopo aver raggiunto le Hawaii, le Isole Marchesi e l’arcipelago delle Tuamotu. Questo, probabilmente, perché l’avanzata verso Est è scoraggiata dalle correnti polari d’acqua fredda che scendono verso l’equatore.
Sphyraena barracuda è presente nel Mar Rosso e per alcuni sarebbe già entrato nel Mediterraneo colonizzando il Golfo di Genova. Può darsi che accada, ma per ora, nel 2020, nell’Atlantico orientale si è fermato alla Mauritania e non è presente lungo le coste del Marocco e della Spagna.
Sull’altro lato dell’Atlantico, partendo dal Massachusetts, raggiunge il Golfo del Messico ed è relativamente comune nel Mar dei Caraibi e lungo le coste del Brasile.
Ecologia-Habitat
È una specie che frequenta vari ambienti, nuotando in genere lungo le coste a 3-30 m di profondità, ma si può trovare anche in acque bassissime e può scendere fin verso 100 m e cacciare nelle acque salmastre alla foce dei fiumi. I giovani crescono spesso al riparo delle intricate formazioni di mangrovie o nascosti nelle praterie sommerse, mentre gli adulti preferiscono gli ambienti madreporici e si riproducono al largo, in mare aperto.
Morfofisiologia
Sphyraena barracuda può raggiungere 2 m di lunghezza con un peso di 50 kg, anche se in genere misura 1-1,4 m. Il corpo è fusiforme col muso appuntito e la mascella inferiore sporgente. La bocca, enorme, spesso semiaperta in un minaccioso sorriso, occupa circa metà del capo, raggiungendo l’altezza degli occhi. È armata, sui lati, da due file di denti aguzzi, cui si aggiungono 5 lunghi impressionanti canini sulla mascella superiore ed uno al centro dell’inferiore.
Oltre che per la taglia, gli adulti si distinguono facilmente dalle altre specie di barracuda per il loro comportamento. Non si uniscono infatti mai in fitti branchi, e gli adulti nuotano quasi sempre isolati. La livrea argentea presenta inoltre un caratteristico disegno con barre oblique scure sopra alla linea laterale e vistose macchie nere sotto.
Le due pinne dorsali, molto distanti fra loro, contano in tutto 6 raggi spinosi e 9 molli. La prima, triangolare, è nera, spesso invisibile perché ripiegata durante il nuoto; mentre la seconda, di taglia analoga, è più squadrata, posta sopra l’anale con 2 raggi spinosi ed 8 inermi. Le pinne pelviche mostrano una spina e 5 raggi molli; le pettorali recano 13-15 raggi, ma la forza motrice, quella che permette accelerate improvvise fino ad oltre 40 km orari, è assicurata dalla vigorosa coda forcata, quella tipica dei nuotatori veloci. È nera, con una coppia di grandi lobi, ed ha le punte bianche.
La livrea giovanile mostra vistosi disegni mimetici, per difendersi e cacciare d’agguato, perché fin dall’inizio questo pesce è un forte predatore. A tal punto che nello stomaco di un esemplare post-larvale, lungo appena 5,5 mm, si sono già trovati dei minuscoli frammenti di pesce.
A queste dimensioni il muso è corto con occhi enormi e piccoli denti sono già ben visibili su entrambe le mascelle. Il corpo mostra una leggera punteggiatura disordinata e vi è un’unica pinna dorsale. La seconda appare solo verso i 12 mm, quando spuntano le pinne pelviche e le macchie si addensano in una fascia scura sotto la linea laterale. A circa 20 cm di lunghezza, la coda ha lobi appuntiti ed il muso si è notevolmente allungato con la mascella inferiore sporgente. La fascia scura si è spezzata lasciando il posto ad una livrea con grosse macchie e disegni ben delineati, molto diversi da quelli degli adulti che appaiono solo verso gli 80 cm di taglia.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il regime alimentare del Grande barracuda cambia con l’età. In un primo tempo si nutre principalmente di larve e poi preda branchi giovanili d’aterinidi, sardine, alose, aringhe, più qualche piccola specie bentonica come i ghiozzi. In questa fase gli invertebrati costituiscono meno del 4% del regime alimentare, ma quando nel terzo anno di vita il pesce si sposta in ambienti madreporici, la dieta si arricchisce di seppie, calamari, crostacei e pesci più grandi, come sgombri, scaridi, carangidi e cernie. In certe località i tetraodontidi sono molto predati e dato che si tratta di pesci saturi di tetrodotossina, un veleno 100 volte più potente del cianuro, la carne del Grande barracuda può diventare impropria all’alimentazione umana.
Per fortuna i casi mortali sono relativamente rari, come pure gli attacchi a bagnanti e subacquei. In questo caso, oltre che dall’odore del sangue associato ai rapidi movimenti di un animale arpionato, pare siano attirati dallo scintillio di oggetti metallici come anelli, bracciali, orologi e coltelli da sub che scambiano per pesce azzurro, specie nelle acque torbide o durante le immersioni notturne.
Sphyraena barracuda può vivere anche 15 anni. Raggiunge la maturità sessuale verso i 50-60 cm di lunghezza, a 2 anni d’età per i maschi e 5 per le femmine. Migliaia di uova vengono fecondate al largo, dove le correnti oceaniche si scontrano con quelle costiere trascinandole in tutte le direzioni. Anche le larve e le prime fasi giovanili sono pelagiche. Poi i giovani barracuda raggiungono in piccoli branchi le coste. La resilienza della specie è decisamente bassa, visto che occorrono 4,5-14 anni per raddoppiare le popolazioni decimate dagli eventi. Scarseggia già in Florida, e l’indice di vulnerabilità alla pesca è molto alto, segnando 79 su una scala di 100.
Nella Lista Rossa delle specie in pericolo Sphyraena barracuda figura comunque “Least Concern“, cioè “Preoccupazione minore”.
Sinonimi
Esox barracuda Edwards, 1771; Sphyraena sphyraena picuda Bloch & Schneider, 1801; Sphyraena picuda Bloch & Schneider, 1801; Sphyraena becuna Lacepède, 1803; Sphyraena commersonii Cuvier, 1829; Sphyraena dussumieri Valenciennes, 1831.