Testo © Giuseppe Mazza
L’Aeoliscus strigatus (Günther, 1861), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Syngnathiformes, quello dei cavallucci marini e dei pesci ago, che conta 5 famiglie: Aulostomidae, Centriscidae, Fistulariidae, Solenostomidae e Syngnathidae, tutte specie con le mascelle saldate in una sorta di tubo, a parte gli adulti del genere Bulbonaricus che lo perdono durante il loro sviluppo.
Volgarmente noto come Pesce rasoio, è una delle 12 specie dei Centriscidae, famiglia che conta appena 5 generi, relativamente simili, presenti nell’Indo-Pacifico tropicale.
Il nome del genere Aeoliscus fa riferimento, latinizzato, al greco “Αἴολος” (Aiolos), il mitico Eolo, dio dei venti, visto che questo pesce si lascia facilmente trascinare dalle correnti e nuota senza muovere il corpo, quasi fosse sospinto dal vento.
Il nome specifico strigatus ci ricorda, sempre in latino, che il corpo è attraversato per tutta la sua lunghezza da una caratteristica fascia scura.
Zoogeografia
L’ Aeoliscus strigatus è presente a titolo indicativo nelle acque tropicali dell’Oceano Indiano, dalla Tanzania e Mayotte alle Seychelles e nel Pacifico occidentale, dalla Cina e il Giappone meridionale, alle Filippine, Vietnam, Cambogia, Malesia, Indonesia, Papua Nuova Guinea e Micronesia, inclusa la Grande barriera corallina australiana fino alle Isole Vanuatu e la Nuova Caledonia.
Ecologia-Habitat
Si sposta per lo più in gruppetti di qualche decina d’individui che si muovono perfettamente sincronizzati, talora addirittura sovrapposti, con la testa rivolta verso il basso, a 2-40 m di profondità in acque con temperature comprese fra 23-32 °C.
Abitano le zone più riparate delle coste: baie tranquille con formazioni madreporiche, estuari e praterie sommerse dove scompaiono nei chiari scuri del verde in movimento seguendone le ondulazioni. Trovano spesso riparo dai predatori fra i lunghi raggi dei ricci di mare del genere Diadema o le dense e pungenti ramificazioni dei coralli a corna di cervo.
Morfofisiologia
L’Aeoliscus strigatus raggiunge al massimo i 15 cm di lunghezza. Il corpo è particolarmente piatto: una lama da rasoio grigio argentea caratterizzata da una lunga ininterrotta striscia mediana scura sui due fianchi, che parte dal peduncolo caudale per raggiungere la bocca camuffando l’occhio, pratica molto diffusa per confondere le idee ai predatori nel variopinto mondo dei coralli.
Il colore della livrea può variare secondo l’ambiente: verde-giallastro con riflessi dorati fra le alghe, beige quando il branco si sposta su un fondo sabbioso e quasi nero quando questi animali si rifugiano fra le lunghe spine dei ricci di mare.
La linea laterale è assente e si notano sottili placche ossee trasparenti, vistose espansioni della colonna vertebrale che proteggono quasi interamente il corpo.
La testa è particolarmente affusolata con le due mascelle unite per formare un imbuto aspirante. Il lato dorsale è quasi rettilineo mentre quello ventrale presenta un profilo tondeggiante.
Le pinne sono minuscole e traslucide. Il primo raggio della dorsale si protrae allungando il corpo con un’insolita e vistosa spina che può muoversi in varie direzioni e si presenta spesso inclinata. In realtà i raggi spinosi della dorsale sono 3, più 9-10 inermi, ma sono piccoli e poco evidenti perché nel percorso evolutivo della specie si sono spostati sul lato ventrale.
La pinna anale reca 12 raggi molli, mente le minuscole pettorali possono contare su 11-12 raggi inermi e le pelviche s’accontentano di 4.
L’Aeoliscus strigatus si distingue dall’analogo Aeoliscus punctulatus che ha la fascia longitudinale spezzata da una punteggiatura scura e da altri due “pesci rasoio”, il Centriscus scutatus ed il Centriscus cristatus, che non hanno la spina della pinna dorsale mobile.
Etologia-Biologia Riproduttiva
L’ Aeoliscus strigatus si nutre prevalentemente di zooplancton, soprattutto copepodi che adocchia e aspira nuotando. Ma esplora attentamente anche i fondali dove trova anfipodi, piccoli crostacei ed altri piccoli organismi bentonici e festeggia allegro coi compagni quando occasionalmente incrociano un branco di larve di pesci ossei.
Non sembra ci sia un dimorfismo sessuale, anche se per alcuni studiosi le femmine sarebbero leggermente più piccole, con le pinne ventrali più lunghe ed affilate.
La riproduzione pare legata al ritmo lunare con deposizioni in occasione del plenilunio.
Le larve sono pelagiche e abbandonano il mare aperto per tornare ai fondali solo quando raggiungono i 2 cm di taglia. Come negli adulti i colori si adattano all’ambiente ma non è ancora presente la banda longitudinale scura. Il corpo è tozzo, quasi rettangolare, col muso non ancora allungato. Come per gli adulti la livrea è beige quando si muovono su un fondo sabbioso ma poi diventa nera perché crescono in genere mimetizzati e protetti fra le lunghe spine nere dei Ricci diadema (Diadema setosum). E non a torto, evolutivamente parlando, c’è chi sostiene che la loro strana postura a testa in giù sia nata proprio dalla posizione necessaria per convivere, mimetizzati e senza incidenti, fra le braccia di questi grandi ricci di mare.
Anche se si trova in vendita a circa 50 dollari il pezzo in cataloghi senza scrupoli per sprovveduti acquariofili, benché sia una specie pacifica e di piccole dimensioni, l’Aeoliscus strigatus è ospitabile solo come curiosità negli acquari pubblici: ha infatti bisogno di grandi vasche ben ambientate ricche d’alghe e coralli con relativa microfauna e se non si può fornir loro del plancton fresco, va nutrita più volte al giorno con larve vive d’Artemia salina e poi, se si abituano, con krill congelato.
La resilienza della specie è ottima, per la capacità, in caso d’eventi catastrofici, di raddoppiare rapidamente le popolazioni in meno di 15 mesi, ed il Pesce rasoio, per niente in pericolo, ha quindi un indice di vulnerabilità bassissimo che segna oggi (2020) appena 24 su una scala di 100.
Sinonimi
Amphisile strigata Günther, 1861.