Famiglia : Acanthaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è distribuita nel Bangladesh, Bhutan, Cina (Fujian, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Hunan, Sichuan, Taiwan, Xizang, Yunnan e Zhejiang), India nordorientale, Laos, Myanmar, Tailandia e Vietnam dove cresce nelle foreste umide fino a circa 1500 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “στρόβιλος” (strobilos) = pigna, cono e “ἄνθος” = fiore, con riferimento alla forma dell’infiorescenza; la derivazione del nome specifico non è nota.
Nomi comuni: Assam indigo, Chinese rain bell, room (inglese); rum (Assam); bǎn lán, da-ching-yeh, mǎ lán (Cina); kum (India); hoomz baanz (Laos); tarom (Malaysia); khraam naw ceh (Tailandia); chàm lá to, chàm nhuộm, chàm mèo, thanh dại (Vietnam).
La Strobilanthes cusia (Nees) Kuntze (1891) è una specie erbacea sempreverde, alta 0,5-1,8 m, eretta, ramificata con fusti semilegnosi alla base, tetragonali. Le foglie, su un picciolo lungo 0,5-6 cm, sono semplici, opposte, ovato-ellittiche con apice acuto e margine serrato, lunghe 5-22 cm e larghe 2-8 cm, di colore verde scuro superiormente, più chiaro inferiormente e marcate nervature. Infiorescenze ascellari o terminali, su un peduncolo lungo 1-12 cm, a spiga o a pannocchia con brattee fogliacee decidue, lunghe 1,2-1,5 cm, e fiori di colore da rosa a viola scuro a bluastro, semipendenti. Calice, lungo 1-2,5 mm in fiore, fino a 2,5 cm in frutto, diviso fin quasi alla base in 5 lobi, di cui 4 uguali lineari lanceolati con apice acuto, ed uno, più lungo, da oblanceolato a spatolato. Corolla imbutiforme, lunga 4-5 cm, con 5 lobi arrotondati lunghi e larghi circa 1 cm, 4 stami didinami (due più lunghi e due più corti) interni al tubo, ovario oblungo e stilo di circa 3 cm di lunghezza. Il frutto è una capsula oblunga, di 1,5-2,5 cm di lunghezza, contenente 4 semi ovoidi di colore bruno, lunghi 3-4 mm, ricoperti da una peluria compatta.
Si riproduce per seme, talea, ma solitamente e facilmente per divisione.
Specie di facile coltivazione, richiede un clima tropicale o subtropicale umido, pieno sole o parziale ombra e suoli drenanti, da leggermente acidi a neutri, mantenuti pressoché costantemente umidi, anche se può sopportare brevi periodi di secco.
Ampiamente utilizzata da tempi remoti nel sud della Cina e in India per il colorante indaco, ora in parte sostituita dai coloranti di sintesi, ma ancora utilizzata a livello locale dove in parte è coltivata e in parte è raccolta nelle colline circostanti i villaggi. Il colorante è ricavato dalle sue foglie, dove è presente il suo precursore, l’indicano, un composto organico incolore solubile in acqua, dopo fermentazione e ossidazione in aria, la successiva calcinazione e miscelazione con diverse specie di piante consente di ottenere diverse tonalità ed anche altri colori. Tale precursore è presente in altre piante, tra cui Indigofera tinctoria L. (1753), Isatis tinctoria L. (1753) e Persicaria tinctoria (Aiton) H.Gross (1919), utilizzate per lo stesso scopo. Nella medicina cinese foglie e radici sono impiegate come antinfiammatorie, antiinfluenzali, antifungine, depurative, per trattare malaria, epatite, parotiti, polmoniti virali, SARS (sindrome respiratoria acuta grave), congiuntiviti, mal di gola, di testa ecc., analisi di laboratorio hanno confermato la presenza di sostanze bioattive di interesse per la farmacopea ufficiale. La pianta ha anche un limitato utilizzo come ornamentale per siepi e bordure.
Sinonimi: Goldfussia cusia Nees (1832); Ruellia indigofera Griff. (1847); Strobilanthes flaccidifolia Nees (1847); Dipteracanthus calycinus Champ. (1853); Ruellia indigotica Fortune (1857); Strobilanthes championii T.Anderson ex Benth. (1861); Strobilanthes balansae Lindau (1897); Baphicacanthus cusia (Nees) Bremek. (1944).