Famiglia : Phasianidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Il Fagiano è forse l’unico caso accertato di diffusione in tutti i continenti del pianeta, di una specie animale per semplici scopi ludici.
Anzi, è anche l’unico caso in cui i loro acerrimi nemici, cioè i cacciatori, sono divenuti loro stessi coloro che hanno supportato, favorito e auspicato questa diffusione.
E con quale successo!
Tralasciando ogni valutazione sulla correttezza dell’introduzione di specie aliene in nuovi territori, argomento che ha provocato in questi tempi ampi dibattiti sui danni provocati da queste inconsulte immissioni, va considerato che il successo è stato notevole e l’impatto ambientale è risultato assolutamente irrilevante.
L’introduzione massiccia di questa specie ha avuto un’accelerazione negli ultimi due secoli ma già un paio di millenni orsono ci furono le prime avvisaglie di questa operazione metodica che vede ora la presenza massiccia di questa specie in tutti i continenti.
Il tutto iniziò con la missione mitologica degli Argonauti nella Colchide, l’attuale Georgia, guidata da Giasone alla ricerca del Vello d’oro e luogo di origine di questo uccello. Qui incontrarono questo magnifico volatile e tanto ne furono affascinati che lo riportarono nel viaggio di ritorno in Grecia.
Furono poi gli antichi romani nel loro massimo fulgore imperiale ad iniziare un forte interessamento per questo uccello e da ottimi buongustai quali erano, non lo dimenticarono per alcuni secoli a venire.
Nel Medio Evo grande fautore di questa introduzione fu la nobiltà europea che considerava la carne di questo volatile più pregiata di altre ed aveva adottato questo alimento come presenza abituale su ogni tavola di corte. Più tardi anche il popolino ebbe accesso a questa carne, sia attraverso una forma di allevamento ma anche tramite il bracconaggio nelle tenute dei nobili, sebbene fortemente combattuto.
Infine, in questi ultimi secoli furono i cacciatori inglesi a riscoprire questa cacciagione.
Grossa ed ambita preda oltre che scaltra ed abile a sfuggire i pericoli, divenne uno dei soggetti più ambiti nell’attività venatoria di ogni nobile cacciatore del tempo, con l’introduzione sistematica nelle loro riserve di caccia, di un uccello molto prolifico e peraltro stanziale ed attaccato bramosamente al luogo natio.
Il Fagiano comune (Phasianus colchicus Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Galliformes ed alla famiglia dei Phasianidae, un raggruppamento che include uccelli con una livrea molto colorata e talvolta spettacolare nella loro bellezza.
Il binomio scientifico ha un’etimologia prettamente geografica, un toponimo sia nel genere che nella specie. “Phasianus” da Fasi l’antico nome dell’attuale fiume Rioni che scorre in Georgia, luogo dove gli Argonauti incontrarono per la prima volta questo uccello e “colchicus” da Colchide appunto l’antico nome di quell’area caucasica divenuta poi l’odierna Georgia.
In Europa viene chiamato Common Pheasant in inglese, Jagdfasan in tedesco, Faisán Vulgar in spagnolo, Faisan de Colchide in francese e Faisão in portoghese.
Zoogeografia
Il Fagiano comune è ormai così diffuso in tutti i continenti, da far quasi scordare quale sia la sua terra d’origine.
Il binomio scientifico dà comunque conferma che questo volatile è originario dell’area caucasica e centro asiatica in una fascia che arriva fino alla Mongolia e probabilmente anche oltre.
In Europa è presente da almeno un paio di millenni, con una continua espansione che ha portato l’area di diffusione a saturare totalmente gli habitat consoni alla permanenza di questo animale. Occupa praticamente tutto il continente europeo con esclusione di Spagna e estremo nord della penisola scandinava.
In Asia, oltre alla sua area nativa, occupa gran parte della Cina e dell’area Siberiana prossima all’oceano Pacifico.
È presente anche nel sud dell’Australia ed in Nuova Zelanda, in Cile e gran parte del Sudamerica e così pure in Canada e Stati Uniti dove venne introdotto già nella seconda metà del XVIII secolo. È presente anche in Sudafrica.
Ecologia ed Habitat
La versatilità di questo robusto uccello lo ha favorito nell’accettare diversi tipi di habitat a volte molto diversi da quelli nativi, sia per tipologia d’ambiente sia per la temperatura e le condizioni metereologiche.
Il Fagiano, sebbene sia un uccello che si adatta molto bene ai luoghi secchi con poca acqua ed una buona copertura arbustiva oppure piccoli boschi ombreggiati e isolati, ha trovato nei nuovi luoghi una nuova collocazione in aree umide con canneti disseccati, aree intensivamente coltivate, praterie a fienagione e più di ogni altro le distese di mais e di soia a monocoltura e pioppeti industriali.
Sebbene animale puramente terrestre, ama molto aree con piccoli alberi proni e con rami bassi radenti il suolo, sui quali passare la notte appollaiato.
In questi luoghi ha trovato rifugio, alimentazione e possibilità di riprodursi con successo tanto da divenire il galliforme più diffuso in questi territori.
In molte di queste aree, dove è permessa la caccia, la popolazione si riduce notevolmente durante la stagione venatoria, lasciando solo isolate popolazioni nelle aree protette e nelle riserve di caccia, dove questo uccello viene allevato intensamente appunto per scopi venatori. Solo la stagione successiva, con nuove introduzioni e relative riproduzioni, le popolazioni si ricostituiscono.
Morfofisiologia
Come è tipico nei galliformi, il maschio di questa specie presenta una magnifica livrea ben diversa da quella della femmina che risulta invece tipicamente marroncino grigiastra con sfumature e marezzature che la rendono estremamente mimetizzata ed una coda lunga solo una ventina di centimetri
Nidificando a terra la femmina deve necessariamente sapersi nascondere ed amalgamare con l’ambiente circostante, in modo da non essere scoperta mentre impegnata nella cova.
Il maschio, al contrario, deve mostrare alla femmina la sua bellezza per conquistarla ma anche come deterrenza verso i concorrenti che sono molto combattivi e territoriali.
Vale la pena di ricordare il combattimento dei galli bantam, lo sport nazionale nel sudest asiatico che sfrutta appunto quell’aggressività che questi uccelli evidenziano durante il periodo di accoppiamento.
Il maschio ha una livrea molto complessa e mostra una tale varietà di colori e riflessi che sarebbe alquanto difficile da descrivere in dettaglio. La testa è bluastra/verdastra con due ciuffetti auricolari del medesimo colore che vengono eretti quando eccitato od allarmato. Sulle guance sono presenti due ampie aree implumi di colore rosso fuoco con bargigli cadenti, con incastonati all’interno occhi bianco perlacei. Anche il becco, robusto, adunco ed appuntito, è di questo colore.
Il corpo è rivestito da un numero infinito di piume a forma di grosse scaglie che vanno riducendosi di dimensioni sul petto, di colore arancione dorato, bordate di nero, con riflessi cangianti secondo il riflesso della luce. Sul collo, una collana bianchissima che suddivide il blu del collo e le scaglie dorate del corpo. La coda, di colore marrone intenso barrata di nero, è lunghissima e può raggiungere i 50 cm di lunghezza. Le zampe sono robustissime ed armate di uno sperone osseo, appuntito e robusto, tipico di uccelli razzolatori ma che vengono usati anche nei combattimenti.
Sono state classificate almeno una trentina di sottospecie anche se altre si sono aggiunte attraverso nuovi incroci ottenuti tra le diverse razze, creando un numero indefinito di forme.
Si sono così ottenute colorazioni a volte esasperate quali i cosiddetti fagiani tenebrosi, gli isabellini, con il collare bianco oppure mancante, con teste color cenere e con gropponi cinerei.
Un vero miscuglio tra i gruppi del Phasianus colchicus, Phasianus torquatus e Phasianus versicolor.
Il dimorfismo fra i generi interessano anche le dimensioni di questo uccello.
Il maschio misura oltre 90 cm con un peso di 1.600/1.900 g, la femmina 60 cm con circa 1.000 g.
L’apertura alare è alquanto ridotta con circa 90 cm, in quanto uccello tipicamente stanziale dotato di ali corte e tozze ma estremamente forti e muscolose, adatte a sostenere un peso notevole e fargli raggiungere una notevole velocità quando in volo.
Tipico è il rumore del frullo alla partenza spesso accompagnato da un acuto grido di allarme udibile a distanza considerevole. Il fagiano è comunque restio ad involarsi, preferendo correre forsennatamente ad una velocità notevole, tanto da riuscire spesso a cavarsela anche di fronte ad un cane da caccia ed ancor più ad un essere umano.
Etologia e Biologia riproduttiva
Il maschio è poligamo e crea un piccolo harem che cura e difende con accanimento.
Come detto in precedenza, la combattività di questo uccello lo vede spesso coinvolto in accaniti combattimenti con altri maschi che cerca di allontanare ogni qualvolta un competitore si avvicina al suo territorio.
Le femmine provvedono autonomamente a scegliere il luogo dove posizionare il nido, alla cova ed alla cura dei piccoli nidifughi fino alla loro maturità. Il maschio è incaricato solo della difesa territoriale ed al controllo e la presenza di eventuali predatori.
Il nido è un leggero avvallamento nel terreno ricoperto di erbe secche e morbide, nascosto ai piedi di un cespuglio, di un tronco, fra i rami di un albero caduto a terra o in un canneto disseccato. Vengono deposte 10/15 uova di color grigio verde od anche beige, senza alcuna punteggiatura che vengono covate per 4 settimane.
I piccoli nidifughi nascono forniti di un soffice piumino che permette loro di lasciar immediatamente il nido ed allontanarsi insieme alla mamma chioccia nella boscaglia attorno. I pericoli per questa nidiata sono molti e tanti saranno i piccoli che non raggiungeranno la maturità per mano di volpi e ratti, di rapaci diurni e notturni ma anche bisce ed incidenti vari. Cosa incredibile è la capacità di questi piccoli uccelletti di poter effettuare, al presentarsi di pericoli terrestri, brevi voli anche se quasi totalmente sforniti di una livrea completa.
L’alimentazione del Fagiano è prettamente granivora in particolare di cereali e di grossi semi ma non disdegna integrare la dieta con frutti, germogli, insetti ed anche piccoli rettili.
La caccia al fagiano è una delle attività più frequenti nel mondo occidentale. In Gran Bretagna questa attività è celebrata tutti gli anni, sin dalla prima metà del XIX secolo, il 1 di ottobre, data di inizio della stagione venatoria. Il numero degli esemplari abbattuti è enorme, si parla di diverse decine di milioni di capi, come altrettanto grande è il numero di esemplari rilasciati da specifici allevamenti, appunto per questa attività. Anche i mercati locali mostrano in vendita in questo periodo, grandi quantità di fagiani per un uso culinario che ha ormai preso piede da diversi decenni. Tuttavia, le popolazioni di questo uccello si sono ormai consolidate e non danno segno di cedimento in nessuna delle aree considerate.
Ultima curiosità: il fagiano si ibrida anche con il gallo domestico dando vita a soggetti sterili.
Con meraviglia sono stati segnalati casi di presunti maschi che hanno deposto uova regolarmente covate fino alla schiusa ma si è poi accertato che erano casi alquanto occasionali di femmine che avevano, per strane ragioni biologiche, la livrea dell’altro sesso.
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