Famiglia : Bromeliaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Perù dove cresce nelle foreste tra 600 e 2400 m di altitudine.
Il genere è dedicato al medico inglese Williams Pitcairn (1711-1791), appassionato di botanica e collezionista di piante esotiche nelle cui serre fu descritta la specie tipo; il nome della specie è l’aggettivo latino “pulverulentus, a, um” = polveroso, per il pulviscolo che ricopre varie parti della pianta.
La Pitcairnia pulverulenta Ruiz & Pav. (1802) è una specie erbacea sempreverde terrestre, cespitosa, monocarpica (fruttifica una sola volta e poi muore), alta, in fioritura, fino ad oltre 2 m.
Foglie numerose, su un picciolo scanalato dai margini spinosi, imbricate, ensiformi, lunghe 1-1,25 m e larghe 2,5-4,5 cm, con apice acuminato e margini provvisti di minuscoli spine ricurve nerastre, di colore verde intenso, plicate longitudinalmente e glabre superiormente, ricoperte da un pulviscolo ceroso biancastro inferiormente.
Scapo floreale eretto ricoperto inferiormente da brattee imbricate ovate con apice acuminato e margine provvisto di minuscole spine ricurve, superiormente da un pulviscolo ceroso biancastro, lunghe 25-30 cm e larghe 1,8-2,5 cm.
Infiorescenza, lunga fino a 1,2 m, costituita da un racemo composto, formata cioè da più racemi che si dipartono da un asse centrale, con i singoli racemi sottesi da brattee simili a quelle dello scapo di lunghezza decrescente verso l’apice.
Fiori ermafroditi tubolari, su un pedicello lungo 0,6-1 cm, sottesi da una brattea ovato-lanceolata con apice acuminato, lunga 0,3-0,5 cm, ricoperta da un pulviscolo ceroso biancastro. Calice con 3 sepali lineari-lanceolati con apice acuminato, lunghi 1,5-1,8 cm, ricoperti da un denso pulviscolo ceroso biancastro, corolla con 3 petali oblungo-lineari con apice acuto, lunghi 3,5-4 cm di colore rosso vivo, 6 stami, disposti in due serie di 3, della stessa lunghezza dei petali, e ovario semiinfero.
Il frutto è una capsula trigona contenente numerosi piccoli semi di colore bruno. Dopo la fioritura la pianta cessa di crescere e dopo un tempo piuttosto lungo secca, ma nel frattempo ha prodotto nuove vegetazioni alla base formando nel tempo grossi cespi.
Si riproduce per seme, posto superficialmente in terriccio poroso e drenante mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C, e per divisione.
Specie presente quasi esclusivamente in giardini botanici e collezioni di amatori, può essere impiegata all’aperto nei giardini delle zone a clima tropicale e subtropicale caratterizzate da elevata e costante umidità ambientale, in pieno sole o parziale ombreggiatura, su substrati ricchi di sostanza organica, porosi e drenanti.
Coltivabile anche in contenitore, piuttosto capiente per le dimensioni che può raggiungere, per essere riparata in ambiente protetto, dove il clima non consente la permanenza all’aperto nei mesi invernali, con temperature non inferiori a 14 °C ed umidità ambientale del 65-80 %. Se questa è insufficiente e la temperatura elevata si può ricorrere a nebulizzazioni utilizzando acqua non calcarea a temperatura ambiente. Innaffiature frequenti in estate, ma senza ristagni, piuttosto diradate in inverno per permettere al substrato di asciugarsi in superficie.
Sinonimi: Orthopetalum pulverulentum (Ruiz & Pav.) Beer (1856); Hepetis pulverulenta (Ruiz & Pav.) Mez (1896).