Famiglia: Marsileaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Canada (Alberta, British Columbia e Saskatchewan), Messico (Baja California, Baja California Sur, Chihuahua, Coahuila, Durango, Nuevo Leon, San Luis Potosí, Sinaloa, Sonora, Tamaulipas, Yucatan e Zacatecas) e U.S.A. (Arizona, Arkansas, California, Colorado, Florida, Idaho, Kansas, Louisiana, Minnesota, Montana, Nebraska, Nevada, New Mexico, North Dakota, Oklahoma, Oregon, South Dakota, Texas, Utah, Washington e Wyoming) dove cresce in acque poco profonde, sulle rive di stagni e laghi, in acquitrini e depressioni umide, dal livello del mare fino a circa 2600 m di altitudine.
Il genere è dedicato allo scienziato, naturalista, militare e viaggiatore italiano Luigi Ferdinando Marsigli o Marsili (1658-1730), considerato il fondatore della moderna oceanografia; il nome della specie è l’aggettivo latino “vestitus, a, um” = vestito, coperto, con riferimento alla peluria che ricopre varie parti della pianta.
Nomi comuni: hairy pepperwort, hairy water-clover, water clover (inglese); helecho trébol de agua (spagnolo).
La Marsilea vestita Hook. & Grev. (1830) è una felce (Pteridophyta) acquatica o anfibia perenne, piuttosto variabile, con rizomi striscianti filiformi, radicanti esclusivamente ai nodi, distanti tra loro 1,5-5 cm.
Foglie (fronde) decidue, su un picciolo pubescente lungo 2-35 cm, natanti o emerse, in dipendenza dalla profondità dell’acqua, solitarie (raramente) o 2-4 per nodo, composte da 4 foglioline flabellate con margine esterno arrotondato, intero o crenulato, leggermente diseguali, di 0,4-1,6 cm di lunghezza e larghezza, pubescenti o glabre, piuttosto spesse, di colore verde chiaro.
Le piante che vivono su terreni non sommersi dall’acqua presentano caratteristiche leggermente differenti da quelle acquatiche, per adattamento alle diverse condizioni ambientali.
Alla base dei piccioli, su un gambo eretto non ramificato, lungo 1-25 mm, si trovano, solitari, gli sporocarpi, involucri (foglie modificate) ellissoidi o globosi, compressi lateralmente, con un minuscolo dente acuto nella parte superiore, di 4-8 mm di lunghezza, 3-7 mm di larghezza e circa 2 mm di spessore, ricoperti da peli ispidi, di colore da verde oliva a bruno nerastro quando maturi.
Gli sporocarpi racchiudono al loro interno numerosi sori dove sono raggruppati insieme due tipi di sporangi (eterosporia): megasporangi, che contengono una sola megaspora (spora femminile), e microsporangi, che contengono fino a 64 microspore (spore maschili). Una volta maturo, se le condizioni ambientali sono favorevoli alla riproduzione, in particolare se è presente acqua, lo sporocarpo si apre in due metà, consentendo l’idratazione del suo interno che si gonfia fuoriuscendo sotto forma di un cordone gelatinoso. Questo trasporta i sori nell’acqua, dove avviene la germinazione delle spore e la fecondazione. Se le condizioni ambientali non sono favorevoli gli sporocarpi possono rimanere dormienti per diversi anni, fino a quando queste non ritornano favorevoli.
A livello amatoriale si riproduce vegetativamente tramite divisione dei rizomi.
Si tratta di una specie estremamente interessante per il modo, sopra appena accennato, con cui si riproduce, e che è stato oggetto di numerosi studi. Cresce sia in acqua, dove può formare fitte colonie, comportandosi a volte da infestante, che in suoli umidi, in pieno sole o parziale ombra, e può rappresentare un elemento di ornamento di giardini acquatici, dove è preferibile non farla radicare sul fondo, per evitare che copra tutta la superficie, ma in un vaso in modo da tenerla sotto controllo.
Sinonimi: Marsilea uncinata A. Braun (1839); Marsilea mucronata A. Braun (1847); Marsilea tenuifolia Engelm. ex Kunze (1848); Marsilea vestita var. minima A. Braun (1864); Marsilea vestita var. mucronata (A. Braun) Baker (1886); Marsilea vestita var. uncinata Baker (1886); Marsilea vestita var. tenuifolia (Engelm. ex Kunze) Underw. (1887); Zaluzianskia vestita (Kaulf.) Kuntze (1891); Marsilea fournieri C. Chr. (1906); Marsilea vestita subsp. tenuifolia (Engelm. ex Kunze) D.M. Johnson (1986).
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