Famiglia : Bromeliaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Trinidad & Tobago e Venezuela nordorientale (Sucre) dove cresce epifita sugli alberi delle foreste, nel sottobosco o su rocce coperte di humus.
Il nome generico è il sostantivo greco “αἰχμὴ” (aichmè) = punta di lancia, con riferimento agli apici spinosi dei sepali e delle brattee floreali; il nome specifico è la combinazione dell’avverbio greco “δίς” (dis) = due volte e del sostantivo “χλαμύς, υδοϛ” (chlamys, ydos) = clamide, mantello, con riferimento alle coppie di brattee che sottendono i singoli fiori.
L’Aechmea dichlamydea Baker (1879) è una specie erbacea sempreverde monocarpica (fiorisce una sola volta e poi muore), acaule, epifita, alta fino a circa 60 cm, costituita da una rosetta imbutiforme di foglie che formano una cavità centrale in cui si raccoglie l’acqua piovana.
Le foglie sono lineari con apice arrotondato, ma munito di una corta spina, e margine serrato, lunghe 60-90 cm e larghe 4-7 cm.
Infiorescenza al centro della rosetta su un robusto scapo floreale provvisto di brattee lanceolate con apice acuto e margine intero di colore rosso brillante.
Lo scapo termina con una infiorescenza a pannocchia, lunga 30-50 cm, con rachide e rachille di colore da rosa carico a rosso vivo, composta da numerose spighe peduncolate, più o meno ascendenti, sottese da brattee simili a quelle dello scapo, retroflesse e di dimensioni decrescenti verso l’apice.
Spighe dense, distiche, lunghe 5-12 cm, con i singoli fiori sottesi da due brattee, una esterna oblunga, cuspidata, lunga 1,2-1,4 cm, di colore blu brillante, l’altra interna molto più piccola.
Calice con 3 sepali asimmetrici lanceolati con apice cuspidato, lunghi 1,4-1,8 cm, di colore blu, 3 petali lineari, lunghi circa 2 cm, blu, ovario infero, lungo circa 0,7 cm, e 6 stami disposti in due serie di tre interni alla corolla.
I frutti sono bacche ovoidi di colore blu scuro, di circa 1 cm di lunghezza, contenenti numerosi semi. Dopo la fioritura la pianta smette di crescere e dopo un tempo piuttosto lungo muore, ma nel frattempo produce nuove piante alla base cui trasferisce sostanze nutrienti per la loro crescita iniziale.
Si riproduce facilmente per seme, posto superficialmente su terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea grossolana per un 40-50 %, mantenuto costantemente umido alla temperatura di 24-26 °C, e tramite le nuove vegetazioni basali che possono essere staccate quando hanno raggiunto una dimensione pari almeno ad un terzo di quella della pianta madre.
Specie dalle infiorescenze spettacolari di lunghissima durata, utilizzabile all’aperto, sia come epifita che terrestre, nelle regioni tropicali e subtropicali umide, se ne può tentare la coltivazione, in posizione particolarmente riparata, in quelle temperato calde più miti dove temperature prossime a 0 °C sono eccezioni di breve durata.
Cresce sia in pieno sole che a mezz’ombra e si adatta alla coltivazione in vaso utilizzando un substrato aerato e drenante che può essere costituito da terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea grossolana per un 30-40 %.
Richiede elevate temperature, preferibilmente non inferiori a 18 °C in inverno, ed umidità 65-80 %, mantenendo dell’acqua non calcarea nella cavità centrale, da rinnovare frequentemente, tranne in presenza di basse temperature quando è preferibile tenerla pressoché asciutta per evitare marciumi.
Sono riconosciute tre varietà:
– Aechmea dichlamydea var. dichlamydea di Tobago. Sinonimo: Aechmea nichollsii Baker (1892).
– Aechmea dichlamydea var. pariaensis Pittendr. (1969) del Venezuela (Sucre). Sinonimo: Platyaechmea dichlamydea var. pariaensis (Pittendr.) L.B.Sm. & W.J.Kress (1990).
– Aechmea dichlamydea var. trinitensis (L.B. Sm.) L.B. Sm. & W.J. Kress (1990) di Trinidad. Sinonimo: Platyaechmea dichlamydea var. trinitensis (L.B.Sm.) L.B.Sm. & W.J.Kress (1993).
Quest’ultima è la più rara in natura e più a rischio, crescendo in due aree limitate della foresta aperta, ma è anche la più coltivata delle varietà, per le dimensioni che può raggiungere, circa 1 m di altezza e diametro, e ha dato origine ad alcuni ibridi molto apprezzati.