Famiglia : Phoenicopteridae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Il Fenicottero minore (Phoeniconaias minor Geoffroy Saint-Hilaire, 1798) appartiene all’ordine dei Phoenicopteriformes ed alla famiglia dei Phoenicopteridae ed è il più piccolo oltre ad essere il più numeroso fra tutti i fenicotteri.
Il fatto di essere il più piccolo non manca certo di una sua spettacolare peculiarità per il suo straordinario colore rosa acceso che è molto più accentuato e vivace di quello del suo affine e più grande fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) molto più diffuso e tanto decantato.
Sarà sicuramente per il fatto che solo quest’ultimo appare nei cieli d’Europa per cui lo vediamo come una propaggine delle bellezze africane sul territorio europeo e come tale nell’animo umano cerchiamo di enfatizzare la straordinarietà di questa presenza ma nella realtà il minore avrebbe una considerazione ben maggiore se fosse anch’esso sbarcato sul nostro continente.
Il concetto di rosa è legato ormai tradizionalmente al fenicottero ma la differenza nella tonalità ed intensità di questo colore nelle due specie la si avverte non appena si osserva uno di quegli immensi stormi che sorvolano i laghi della Rift Valley, dove i minori si distinguono facilmente con un’onda rosa molto più accesa e vivace e facilmente distinguibile dagli altri che sembrano addirittura bianchicci al confronto.
Anche il fatto di essere il più numeroso ha una sua particolarità.
Purtroppo come regolarmente accade a cadenze regolari, questo uccello è soggetto ad una spettacolare falcidia che vede la morte di migliaia di esemplari per la modifica delle acque nelle quali vive.
I fenicotteri vivono in acque fortemente alcaline, l’ambiente ideale per la crescita della Spirulina (Arthrospira platensis), un’alga che è uno tra gli alimenti principali di questi uccelli.
Nei pochi laghi africani con queste caratteristiche, situati principalmente nella Great Rift Valley, spesso si verificano alluvioni con afflusso di grande quantità di acqua piovana che modifica drasticamente la loro composizione salina, interrompendo immediatamente il ciclo di produzione di queste microalghe.
Così improvvisamente, nel giro di qualche giorno, ecco sparire l’alimento principale con le conseguenze prevedibili. Il lago Bogoria nell’alto Kenya negli scorsi anni ha visto la morte di decine di migliaia di questi uccelli.
L’etimologia del nome generico Phoeniconaias trae origine dal greco “Phoinix” = rosso, carminio e “naias” = naiade, ninfa dell’acqua. Il nome specifico minor vuol dire, in latino, minore con riferimento alle sue ridotte dimensioni.
Come spesso accade nella classificazione scientifica, a volte in modo immotivato o poco comprensibile per i molti, anche questo uccello si è visto modificare il genere a cui è sempre stato assegnato (Phoenicopterus) e collocare in un nuovo e più esotico Phoeniconaias peraltro come unica specie.
Alcuni nomi volgari dati in Europa: in inglese Lesser Flamingo, in tedesco Zwergflamingo, in spagnolo Flamenco Enano, in francese Flamant nain ed in portoghese Flamingo-pequeno.
Zoogeografia
Il fenicottero minore vive nell’Africa australe e nel nord ovest dell’India.
In Africa è presente lungo la Rift Valley e nell’Africa orientale, dal Sudan al Sudafrica, le coste occidentali del golfo di Guinea dal Senegal alla Nigeria e dall’Angola e Namibia a sud in tutta l’Africa australe.
Si trova anche isolatamente sul lago Ciad. In India è presente nel Gujarat in particolare nelle paludi del Rann of Kutch.
Il fenicottero minore è semistanziale con movimenti periodici all’interno del continente fra i diversi laghi alcalini in cui vive e che raggiunge secondo le necessità di ricerca del cibo o del luogo di nidificazione.
Ecologia-Habitat
L’alimentazione del fenicottero è altamente specializzata ed è costituita principalmente dalle alghe Arthrospira, Oscillatoria, Lyngbya e Navicula spp. ma anche da piccolissimi gamberetti e crostacei, il cui contenuto di pigmenti colorati conferisce loro la tipica colorazione rosa acceso.
Il fenicottero è fornito di un becco eccezionale, una pompa naturale che filtra migliaia di litri di acqua al giorno, trattenendo tra le strettissime lamine, i minuscoli corpuscoli che compongono la loro dieta.
L’acqua viene praticamente aspirata ed allo stesso tempo pompata all’esterno con un movimento velocissimo e continuo della robusta lingua, tozza e tonda che funziona esattamente come lo stantuffo di una pompa idraulica.
Potendo osservare l’operazione da vicino, oltre al continuo gorgoglìo prodotto dalla fuoriuscita dell’acqua attraverso le strette lamine, si nota anche uno spumeggiare leggero e vaporoso prodotto dalla pressione di uscita del liquido dal becco.
Il becco dei fenicotteri ha una forma strana con una netta angolatura a 90° a metà della sua lunghezza che corrisponde alla base che viene immersa sulla superficie dell’acqua tenendo praticamente la testa capovolta.
La presenza di questo uccello è legata alle acque alcaline ed è facilmente e principalmente identificabile con il lago Magadi, Bogoria, Nakuru in Kenya, Natron in Tanzania, Etosha Pan in Namibia, Kamfers Dam in Sudafrica, Aftout es Saheli in Mauritania, Rann of Kutch, Zinzuwadia e Purabcheria in India.
Il fenicottero è legato anche ad una migrazione regolare giornaliera di poche ore che lo porta a volte per decine di km alla ricerca di laghi con acqua dolce, allo scopo di sciacquarsi zampe e penne.
Vivendo in acque fortemente alcaline, vengono a formarsi sulle zampe e sulle penne incrostazioni di sali che in alcuni casi, specialmente nei piccoli incapaci al volo, formano vere e proprie concrezioni che appesantiscono il corpo in modo tale da renderli incapaci al volo. Il bagno in acqua dolce ha appunto lo scopo di lavare penne e zampe da questi depositi.
Con i piccoli, quando in grado di sgambettare nell’acqua, viene effettuata una migrazione terrestre, con lo spostamento di massa a piedi dell’intero asilo formato a volte da centinaia di migliaia di giovani, verso quella parte di lago che presenta acque meno alcaline.
Morfofisiologia
Abbiamo detto che questo fenicottero è il più piccolo fra tutti gli appartenenti al suo gruppo. Tuttavia ha misure considerevoli tali da raggiungere una lunghezza totale di 80 cm, escluse le lunghe gambe, un peso fino a 2,5 kg ed un’apertura alare di 100 cm. Ritto sulle zampe supera il metro di altezza. Facilmente distinguibile nelle dimensioni e per il colore più acceso dal più grande fenicottero rosa, solo attraverso un confronto diretto si riesce immediatamente a riconoscerlo in quanto nei lineamenti e nei movimenti risultano perfettamente simili.
Sui laghi infuocati africani, il riverbero della luce e del calore è tale che unica visione rimane quella di una massa informe e rossastra che si muove saltellando nell’area come una fiammella smossa dal vento. Difficile capire di che specie si tratti.
La livrea è di un bianco fortemente rosato, fino a raggiungere nel periodo di piena livrea nuziale, un color rosa acceso molto accentuato, con marcatura rossastra sulle copritrici primarie e con sprazzi di color carminio sul petto e sul corpo. La punta delle remiganti è nera e forma una barra alare visibile solo in volo.
Il becco è rosso scuro, all’apparenza nerastro, fortemente incurvato all’ingiù a metà della sua lunghezza, per i motivi di cui già accennato, con occhi rossi e pupilla gialla incredibilmente brillanti.
Le zampe che possono raggiungere i 60 cm di lunghezza, sono di un rosso fuoco con dita palmate fornite di grosse unghie nere.
Il collo è estremamente lungo e sottile tanto da permettere a quest’uccello di mettere il becco in acqua standosene ben ritto sulle zampe. Quando in volo ci si pone il dubbio come un uccello di queste forme possa restare in aria.
Un collo lunghissimo proteso in avanti e leggermente pendente in basso, come se il suo peso fosse eccessivo per mantenere quella posizione, con un becco massiccio ben evidente che viene tenuto alto, altero e sporgente in avanti come fosse un timone “di prua”. Zampe lunghissime e filiformi che si estendono all’indietro per una pari lunghezza del collo e nel mezzo un piccolo corpo globoso e tondeggiante a bilanciare le due estensioni.
Le ali poi sono molto strette, falchine, con un battito rapido e continuo per garantire il precario equilibrio e la ridotta portanza di questa strana struttura aerea. Uno spettacolo difficile da dimenticare. Eppure il fenicottero è un eccellente volatore, una capacità che sa sfruttare durante i suoi erratismi continentali alla ricerca dei luoghi dove soggiornare. Queste migrazioni sono generalmente notturne.
Etologia-Biologia riproduttiva
La vita sociale del fenicottero è ben conosciuta. Non vi è documentario naturalistico sull’Africa che manchi di mostrare questi enormi stormi di uccelli mentre sorvolano i laghi della Great Rift Valley.
Onde rosa che si spandono o si restringono davanti all’obbiettivo duranti i passaggi aerei per la ripresa cinematografica e che dall’alto non danno la minima idea di quanti possano essere.
Pressochè impossibile osservare singoli o pochissimi esemplari isolati di questo uccello se non nel caso di elementi in cattivo stato di salute.
A volte si formano stormi di centinaia di migliaia di esemplari con concentrazioni tali da far sparire alla vista la superficie dei laghi sui quali si sono posati.
Il lago Bogoria a volte annovera oltre 1 milione di esemplari senza nulla togliere agli altri laghi vicini.
Il fenicottero minore nidifica in colonie vastissime ma concentrate in pochissimi luoghi ben conosciuti ed altrettanto ben monitorati e per questa motivazione, pur essendo il più numeroso tra i fenicotteri mondiali, soffre dei rischi tipici degli uccelli endemici o come in questo caso, con areali molto ridotti.
Il rischio, come si è potuto verificare negli ultimi decenni, è molto alto in quanto basterebbe che un paio dei siti frequentati soffra di inquinamento industriale oppure di incidenti atmosferici tali da modificare l’assetto biologico delle acque, per distruggere intere popolazioni formate da centinaia di migliaia di esemplari.
Per questo motivo il fenicottero minore oltre ad essere il più numeroso, è anche il più controllato e quindi collocato fra le specie soggette a “rischio particolare”.
La specie è monogama e la scelta del partner avviene in modo sociale con rappresentazioni di gruppo che vedono una danza all’unisono a mezza gamba nell’acqua, di centinaia di esemplari, che si muovono avanti indietro nella medesima direzione con una perfetta sincronia come fosse un balletto ben studiato. Il collo è proteso allo spasimo verso l’alto, accompagnato da battiti d’ala che mettono ancor più in evidenza il rosso della loro livrea.
Il nido è un ammasso di fango e piume che si eleva di diversi cm dal suolo, a forma di tronco di cono nella cui coppa posta al vertice, viene deposto l’unico uovo. Entrambi i partner si alternano alla cova che dura per 28 giorni.
I piccoli vengono nutriti dai genitori con una pappa molto nutriente e rigurgitata direttamente nel becco, formata dai microorganismi predigeriti di cui si nutrono. Dopo una settimana i piccoli sono in grado di camminare e raggiungere la nursery nella quale vivranno per le successive 12 settimane finchè in grado di prendere il volo.
La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di età e la durata della vita può superare i 50 anni.
È un uccello che si adatta molto bene alla vita in parchi naturalistici e zoo anche se dopo poco tempo perdono quasi completamente il bel colore rosa tipico del loro piumaggio.
Allo stato selvatico ha molti nemici naturali dalle iene, agli sciacalli e babbuini per via terra e aquile, gufi reali e marabù (Leptoptilos crumenifer) dall’aria. Anche l’uomo ha contribuito nel passato alla caccia di questo uccello per la bontà della sua lingua e delle sue uova. Pratiche ora fortunatamente quasi dimenticate.
Sinonimi
Phoenicopterus minor Geoffroy Saint-Hilaire, 1798