Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Haiti dove è presente, con un numero ridotto di esemplari, sui pendii di una valle della penisola meridionale nella boscaglia secca, su suoli poveri calcarei, a basse altitudini.
Il nome del genere è la combinazione del prefisso greco “ψευδο-“ (pseudo-) = falso e del genere Phoenix, per la supposta somiglianza tra i due generi; la specie è dedicata al botanico e studioso di palme americano del XX secolo R. Bruce Ledin.
Nomi comuni: pal, palmis maron, ti palmis maron (Haiti).
La Pseudophoenix lediniana Read (1968) è una specie solitaria, monoica, inerme, con fusto eretto, che non supera solitamente 10 m di altezza con un diametro di 20-35 cm, cilindrico con base allargata o leggermente ventricoso, di colore grigio biancastro, ceroso nelle piante giovani, su cui spiccano le cicatrici anulari dell’attaccatura delle foglie cadute.
Le foglie, su un robusto picciolo lungo 25-50 cm, sono pennate, lunghe fino a circa 3 m, con foglioline lineari-lanceolate con apice acuminato, leggermente pendenti nelle piante adulte, disposte più o meno regolarmente lungo il rachide su piani leggermente diversi, lunghe nella parte mediana 50-60 cm e larghe 2-2,5 cm, di colore verde intenso.
La base fogliare, di colore da grigio verde a verde bluastro, cerosa, avvolge interamente il fusto per una lunghezza di 40-60 cm.
Infiorescenze tra le foglie (interfogliari), lunghe fino a circa 1,5 m, con ramificazioni di terzo ordine, fiori ermafroditi disposti singolarmente a spirale sulle rachille, tranne nella parte terminale dove sono presenti pochi fiori maschili, con calice trilobato, 3 petali, 6 stami, gineceo triloculare e corti stimmi sessili.
Frutti globosi, di 1,5-2,2 cm di diametro, meno frequentemente bi- o triglobosi, di colore rossastro, cerosi, contenenti 1-3 semi globosi di circa 1,2-1,4 cm di diametro.
Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per 3 giorni, in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione a partire da 3-4 mesi.
Nonostante le indubbie caratteristiche ornamentali e la velocità di crescita, superiore alle altre Pseudophoenix, è raramente coltivata, presente in pochi giardini botanici e collezioni di appassionati delle regioni a clima tropicale e subtropicale, se ne potrebbe tentare la coltivazione in posizione riparata anche in quelle temperato calde più miti, dove temperature prossime a 0 °C sono eccezioni di breve durata.
Richiede pieno sole e suoli drenanti, preferibilmente calcarei, resiste alla siccità, può quindi essere impiegata in giardini di tipo desertico, insieme a cactacee ed altre specie xerofite, come in natura, ma cresce più rigogliosa e in fretta se non le manca l’acqua.
Non sono noti particolari usi da parte delle popolazioni locali.
Per la ristretta area di origine e il numero ridotto di esemplari, poche decine, la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) come “Critically Endangered” (ad altissimo rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro).
Sinonimi: Pseudophoenix elata O.F.Cook ex Burret(1929).