Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Australia (Queensland sudorientale) dove vive in prossimità di corsi d’acqua prevalentemente su suoli sabbiosi e pietrosi, tra 200 e 800 m di altitudine.
Il genere fu dedicato a Patrick Murray, barone di Livingston, che destinò nel 1670 la sua collezione ed il suo giardino ad orto botanico, divenuto poi l’attuale ‘Royal Botanic Garden Edinburgh’; il nome specifico è l’aggettivo latino “nitidus, a, um” = nitido, lucente con riferimento ai frutti.
Nomi comuni: Carnarvon gorge fan palm (inglese).
La Livistona nitida Rodd (1998) è una specie monoica a fiori ermafroditi, solitaria, con fusto eretto, di 20-30 m di altezza e 25-35 cm di diametro, dilatato alla base fino a 50 cm, fessurato verticalmente, di colore bruno chiaro con le tracce anulari delle cicatrici fogliari e i residui dei piccioli permanenti per lungo tempo fino a circa 2 m di altezza. Foglie numerose, leggermente costapalmate e ondulate, pressoché circolari, di 1,4-1,7 m di lunghezza, di colore verde brillante, divise per circa 2/3 in 60-75 segmenti rigidi, a loro volta divisi per circa 2/3 della loro lunghezza in due segmenti lineari-lanceolati con apice acuminato, più o meno pendenti, leggermente divergenti.
I piccioli, lunghi 1,5-1,8 m e larghi 2-3 cm, di colore verde giallastro, sono provvisti nella parte inferiore di spine coniche bruno nerastre di lunghezza decrescente, pressoché inermi nella parte restante; la base fogliare si disgrega per buona parte in una massa di fibre grossolane color bruno chiaro che circondano il fusto.
Infiorescenze tra le foglie (interfogliari), di 1,5-2 m di lunghezza, arcuate, di colore da bianco crema a giallastro, con ramificazioni di quarto ordine e numerose rachille, di 5-20 cm di lunghezza, con minuscoli fiori ermafroditi sessili, in gruppi di 2-5, con 6 stami uniti alla base e 3 carpelli liberi alla base e uniti all’apice a formare un unico stilo con stimma trilobato.
Frutti sferici, di 1,5-1,8 cm di diametro, di colore nero lucido a maturità, contenenti un solo seme globoso, di circa 1 cm di diametro, di colore bruno chiaro.
Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per tre giorni, in terriccio sabbioso, drenante, mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione di 1-3 mesi.
Simile superficialmente alla Livistona australis, è stata introdotta in coltivazione solo nella seconda metà del XX secolo col nome di Livistona sp. ‘Carnarvon’, prima di essere ufficialmente descritta, destando ben presto l’interesse di coltivatori e appassionati, oltre che per le caratteristiche ornamentali, per la facilità di coltivazione, la velocità di crescita e sopratutto per il comportamento alle basse temperature, dimostrandosi tra le più resistenti, se non la più resistente in assoluto tra le Livistona.
In diverse situazioni la specie ha resistito senza danni, o con danni limitati, a temperature fino a -8 °C, e in qualche caso meno con danni maggiori, ma recupero nella stagione successiva.
Richiede pieno sole o al più una leggera ombreggiatura nei primi stadi di vita, non ha particolari esigenze riguardo al suolo, purché drenante, da leggermente acido a leggermente alcalino, e può sopportare da adulta brevi periodi di siccità, anche se trae vantaggio da regolari innaffiature nei climi caratterizzati da lunghi periodi senza piogge e con elevate temperature.
Di notevole effetto paesaggistico come esemplare isolato o in gruppi di varia altezza in parchi e grandi giardini o in filari ai margini di viali.
Non si conoscono particolari usi da parte degli aborigeni, a parte l’impiego delle foglie come copertura di ripari di fortuna.
Nativa del Queensland sudorientale, la Livistona nitida raggiunge i 30 m d’altezza con 25-35 cm di diametro, dilatato alla base fino a 50 cm. Di notevole effetto paesaggistico, resiste fino a -8 °C © Giuseppe Mazza