Famiglia : Nymphalidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
La Titania (Clossiana titania Esper, 1793) appartiene all’ordine dei Lepidoptera ed alla vasta famiglia dei Nymphalidae.
Come già accennato in questa famiglia vengono abitualmente incluse più di 6.000 specie di farfalle sparse in tutto il mondo, per cui è ritenuta la più consistente fra quelle che raggruppano i lepidotteri diurni.
È una farfalla molto simile alle appartenenti ai generi Melitaea, Boloria e Brenthis con le quali condivide sia il colore che habitat e sono quindi facilmente confondibili fra loro.
Risulta spesso utile a questo proposito, fare riferimento ad una vecchia e semplice classificazione popolare che gli inglesi, tradizionalmente esperti in questo comparto entomologico, hanno fatto per distinguere a grandi linee queste farfalle così somiglianti fra loro.
Hanno diviso le fritillarie in gruppi omogenei, identificando attraverso la loro grandezza oppure il luogo dove si rinvengono, tutte le specie europee appartenenti a questi generi.
Le grandi fritillarie: Argynnis paphia, Argynnis aglaja, Argynnis adippe, Argynnis niobe, Issoria lathonia, Brenthis daphne ed altre.
Le fritillarie alpine: Boloria pales, Boloria aquilonaris, Boloria eunomia ed altre.
Le piccole fritillarie: Clossiana dia, Clossiana titania, Clossiana selene, Clossiana euphrosyne ed altre.
Le Fritillarie delle brughiere: Melitaea athalia, Mellicta aurelia, Eurodryas aurinia, Hypodryas cynthia ed altre.
Infine le melitee vere e proprie: Melitaea cinxia, Melitaea phoebe, Melitaea didyma, Melitaea diamina ed altre.
La titania è la più grande fra le Clossiana e questa caratteristica è forse dovuta alla necessità di dover affrontare la durezza degli ambienti dove vive. È molto localizzata ed i luoghi sono sempre legati a zone montane o latitudini elevate quindi con clima e condizioni ambientali alquanto particolari. È probabile che la specie si sia ritirata in questi luoghi isolati dopo l’ultima glaciazione, resistendo appunto ai cambiamenti ambientali.
Le farfalle del genere Clossiana hanno abitualmente un volo nervoso, con un battito d’ali rapidissimo e molto profondo, intervallato da frequentissime e brevi planate a forte velocità. Anche le misure le accomunano alle Melitaea ma ad una analisi ravvicinata mostrano sulle ali disegni alquanto diversi.
Tutte le Clossiana hanno sulla faccia superiore marcate e grosse punteggiature nere e tonde e quasi mai mostrano quella quadrettatura molto tipica delle Melitaea. La faccia inferiore dell’ala posteriore è poi determinante per la suddivisione dei due generi: colori diversi e disegni caratteristici ne fanno una indicazione peculiare.
Molti collocano il genere Clossiana in quello di Boloria che rimane tuttavia collocato fra i nomi scientifici sinonimi di questa specie.
È molto simile alla Clossiana dia, unica congenere che condivide parzialmente il medesimo habitat, ma le misure più grandi ed alcuni particolari dei disegni riportati sul verso dell’ala inferiore ne facilitano l’identificazione.
Il binomio scientifico ha una derivazione moderna per il genere ed una mitologica per la specie. Clossiana deriva dal nome di un musicologo belga del XIX secolo a cui Reuss nel 1920, dedicò questo genere di farfalle. Titania dedicato a Titonius un discendente di Titano.
Il nome scientifico Boloria è invece legato ad una interpretazione alquanto distorta fatta da Moore nel 1900. Derivato dal greco “bolos” = rete da pesca, per indicare il disegno reticolato sulle ali, particolare assolutamente inesatto visto che, come vedremo, le ali portano solo una notevole serie di punteggiature e macchie ma manca in assoluto di qualsivoglia quadrettatura.
Non tutte le nazioni europee hanno dato un nome locale a questa farfalla in quanto in molte di esse non è conosciuta. Le Nacré porphyrin – in Francese, Titania’s Parelmoervlinder – in Olandese, Lehtohopeatapla – in Svedese, Titania’s Fritillary o Purple Bog Fritillary- in Inglese.
Zoogeografia
Farfalla prettamente paleartica non molto diffusa e localizzata in alcune aree ben isolate fra loro. È presente in tutto l’arco Alpino, in alcune aree della penisola Balcanica, nel sud della Finlandia ed in alcuni stati Baltici, in una piccola area della Polonia, della Romania e dell’Ungheria.
Con colonie sparse ed isolate arriva attraversando l’Asia continentale alla Siberia ed in estremo Oriente. Specie prettamente montana anche se preferisce vivere ad altitudini non elevate, la si trova su praterie assolate fino a 1800 m
Sono state identificate quattro sottospecie: Clossiana titania titania, Clossiana titania bivina, Clossiana titania miyakei e Clossiana titania staudingeri, legate alle diverse aree ove presenti.
Morfofisiologia
È una farfalla di media grandezza con un’apertura alare di 40/45 mm. Come già accennato è la rappresentante più grande del genere Clossiana. È di colore bruno aranciato e la faccia superiore delle ali anteriori è marcatamente segnata da disegni neri di varia forma con una serie di macchie tonde nerastre ed allineate che percorrono l’intera area postdiscale delle due ali, dalla costa al margine inferiore posteriore. Come nella Clossiana dia, nell’area basale dell’ala posteriore, è presente una peluria nerastra e diffusa che forma una striscia parallela al corpo, nel cui centro è visibile in modo più evidente che nella Clossiana dia, un grosso ocello bordato di nero, dotato di pupilla nera al centro.
Il verso dell’ala anteriore ripropone parte del disegno posto sulla faccia superiore in modo più marcato della dia, mentre l’ala posteriore è molto particolare e presenta quelle che sono le caratteristiche predominanti di questa specie.
Come per la Clossiana dia il colore di base è il violetto/lilla con una serie di sei ocelli leggermente bordati di nero nell’area postdiscale fra i quali risalta il quarto dall’alto che risulta totalmente sbiadito e scontornato.
Manca invece completamente la fascia ininterrotta di piccoli specchi bianchi perlacei nell’area discale presenti nella dia, che nella titania sono sostituiti da macchiettature nere sparse su sfondo viola/lilla molto accentuato. È inoltre presente, appena al di sotto della cella, una piccola ma evidente macchia bianca su sfondo lilla.
Nell’area discale a fianco di questa macchia bianca si può spesso notare una grande “X” di colore giallognolo. Non presenta l’angolatura molto spigolosa dell’ala posteriore verso il margine superiore presente nella C. dia, qui invece con normale curvatura arrotondata. Ha antenne piuttosto lunghe e clavate, colorate in tratteggio alternato di bianco e nero.
Biologia riproduttiva
La Titania, per le caratteristiche degli ambienti in cui vive, è un specie monovoltina. Depone le uova direttamente sulle piante ospiti o su un supporto ad esse vicine e dopo una breve incubazione i bruchi si sparpagliano e vivono isolatamente. Il bruco è di colore nerastro coperto da piccole spine biancastre e porta sulla testa due appendici nerastre simili a piccole antenne. Sverna allo stato larvale quando il bruco è ancora molto piccolo, per riprendere l’alimentazione ed il pieno sviluppo ai primi tepori della primavera successiva.
Specie non molto precoce, sfarfalla nel mese di giugno e fino ad agosto, secondo i luoghi di presenza. La crisalide è fissata a rametti delle piante ospiti o occultata su sterpaglie vicine e rimane in questo stadio per un periodo di circa tre settimane. Le piante ospitii appartengono ai generi Viola, Rubus e Polygonum.
Sinonimi
Papilio amathusia Esper, 1784; Argynnis amathusia Esper 1784; Boloria titania Esper 1793; Papilio titania Esper, 1794; Papilio cypris Meigen 1828.
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