Famiglia : Colubridae
Testo © Dr. Carlo Zucchi
Il Biacco (Hierophis viridiflavus Lacépède, 1789) è uno dei serpenti più caratteristici e frequenti nel suo aerale di diffusione.
Il nome del genere Hierophis deriva dalla combinazione di due termini greci: “ἱερός” ( hierós) = santo e “ ὄφις” ( óphis) = serpente, mentre il termine specifico viridiflavus è la combinazione degli aggettivi latini “viridis, e” = verde e “flavus, a, um” biondo, giallo, con riferimento alla colorazione bianco-giallastra e nero-verdastra del corpo.
Zoogeografia
Dal punto di vista tassonomico, per alcuni Hierophis viridiflavus sarebbe una specie monotipica; per altri bisognerebbere invece distinguere due sottospecie.
Guardando alla livrea, alcuni parlano infatti della sottospecie Hierophis viridiflavus viridiflavus, quella tipica con la colorazione gialla e nera e sfumature verdastre, contrapposta alla Hierophis viridiflavus carbonarius che assegnano ai numerosi esemplari col dorso nero.
Recenti studi in merito sembrano tuttavia propendere per la tesi monotipica.
Tolte le zone più fredde, è presente in gran parte d’Europa dall’estremo nord della Spagna alla Francia centro-meridionale ed alla Corsica, nella Svizzera meridionale, in tutta Italia comprese Sicilia, Sardegna ed isole minori, in Slovenia sud-occcidentale e Croazia (zona costiera ed alcune isole).
La popolazione dell’isola greca di Gyaros in passato era considerata appartenente ad una specie endemica (Coluber gyarosensis) ma analisi più approfondite hanno appurato che in realtà si tratta di Hierophis viridiflavus introdotto in epoca storica.
Ecologia-Habitat
Il Biacco è un rettile tipico di habitat ecotonali, zone cioè di transizione fra due ambienti, con una preferenza per quelle a clima secco e caldo.
Si può trovare in quasi tutti gli ambienti naturali e semi-naturali, come ad esempio le aree marginali di boschi, radure, zone aperte anche coltivate, aree ricche di cespugli ed arbusti, incolti, pietraie, mucchi di legna, muretti a secco ed anche in prossimità di zone abitate.
Si tratta di un serpente tipicamente terricolo, anche se quando serve è in grado d’arrampicarsi per raggiungere le prede e di nuotare per sfuggire ai predatori o a molestie.
Può talora raggiungere i 1500-2000 m d’altitudine, secondo le caratteristiche locali fisiche e biologiche.
È molto adattabile, diurno e si muove veloce con agilità. Mentre esplora il proprio territorio solleva la parte anteriore del corpo per una visione più ampia e captare meglio nell’aria, col continuo movimento della lingua biforcuta che le veicola all’organo olfattivo di Jacobson, le particelle odorose che rivelano la presenza d’eventuali prede o predatori.
Lo si vede spesso mentre si sposta in cerca di cibo o di un partner o mentre si scalda al sole in luoghi non sempre idonei come le strade asfaltate che hanno invaso il suo mondo e dove purtroppo, in cambio della termoregolazione, corre molto spesso il rischio di rimanere investito.
Se messo alle strette e senza via di fuga, rivela il suo carattere vivace e aggressivo: non esitando a mordere ripetutamente.
Spavento e possibili infezioni a parte, l’uomo non corre alcun rischio poiché non è un rettile velenoso.
In relazione agli habitat la densità di popolazione del Biacco può essere elevata, arrivando fino ai 10-12 individui per ettaro.
Ogni individuo, nell’utilizzare il territorio, parte da una sua “base” o “sito-rifugio preferito” e si muove giornalmente di circa 200-300 m (anche di 3000 m durante il periodo riproduttivo) esplorando le zone circostanti.
Il ciclo di attività va da marzo ad ottobre con ovvie variazioni secondo le condizioni locali.
Morfofisiologia
Hierophis viridiflavus è un serpente lungo 100-150 cm, con corpo agile e slanciato. La sua testa è oblunga, ben distinta dal resto del corpo. Gli occhi son grandi con pupille rotonde e coda e molto lunga, assottigliata all’estremità.
Il dimorfismo sessuale in questa specie è relativamente modesto.
I maschi sono in genere più grandi delle femmine, con una testa più voluminosa per afferrarle saldamente durante l’accoppiamento.
La coda è più lunga ma il tronco più corto rispetto alle compagne.
Inoltre, quest’ultime presentano una colorazione tipica, con toni più “smorzati” rispetto ai maschi.
Presentano 1, occasionalmente 2, squame preoculari; 1 suboculare; 2 postoculari (raramente 1 o 3); 8 (quarta e quinta a contatto con l’occhio) labiali superiori; 10 labiali inferiori; rostrale più larga che alta; frontale più lunga che larga e più larga delle sopraoculari; loreale grande; parietali più lunghe della frontale; 187-227 ventrali; squama anale divisa; 95-124 subcaudali; 17-19 file di squame lisce a metà corpo.
La colorazione viridiflavus è molto tipica: mentre le parti inferiori sono bianco-giallastre, nelle parti superiori si ritrova un colore di fondo sempre biancastro-giallastro ma ricoperto da una pigmentazione verdastro scuro-nerastro che forma barrature o intrecci di macchie.
Verso la parte posteriore del corpo le barrature si fanno più regolari fino a formare, sulla coda, delle linee tratteggiate gialle su fondo scuro.
I giovani e gli immaturi mostrano sul capo una livrea simile agli adulti, mentre il corpo è di un elegante colore olivastro con macchie marrone scuro. Il fenotipo carbonarius è invece totalmente nero carbone sulla parte superiore del corpo.
Etologia-Biologia riproduttiva
Sebbene decisamente aggressivo, Hierophis viridiflavus è una specie totalmente innocua: non è infatti velenoso è uccide le prede per costrizione. La dieta degli adulti è composta principalmente da altri rettili come lucertole e serpenti, anfibi e, in minor misura, piccoli mammiferi ed uccelli, uova incluse.
I giovani si nutrono invece soprattutto, come accade per quelli del Colubro d’Esculapio (Zamenis longissimus) di piccole lucertole ed insetti.
Dopo un lungo periodo di inattività invernale, trascorso a volte nei sottotetti rurali o nelle cantine, a marzo il Biacco è di nuovo attivo e verso aprile-maggio iniziano i corteggiamenti. È questo il periodo in cui più frequentemente si possono osservare i combattimenti rituali tra maschi in cui i due individui, avvinghiati uno all’altro, cercano di atterrarsi a vicenda.
Riconosciuta la supremazia del vincitore, il perdente si allontana mesto lasciando il campo e le femmine al campione di turno.
Il maschio, trovata una femmina, le si avvolge intorno ed immobilizzandola con un morso al collo procede poi tranquillo alla copula.
La deposizione ha luogo verso giugno-luglio, in buche del terreno, sotto cumuli di pietre o semplicemente al riparo della vegetazione. Talora addirittura in luoghi frequentati dall’uomo come pollai e cantine.
Si tratta in genere di 10-20 uova oblunghe, larghe un paio di centimetri e lunghe tre.
Secondo le condizioni d’incubazione schiudono dopo circa 1,5-2 mesi ed i piccoli misurano 20-25 cm.
In questo periodo assomigliano molto a quelli della Natrice dal collare (Natrix natrix) e nella parte orientale del suo areale i giovani possono essere confusi con Hierophis gemonensis, una specie che si sopvrappone in parte del territorio e da cui differiscono solo per le caratteristiche lepidotiche (numero e disposizione delle squame) e lievi differenze nella livrea.
Nelle prime settimane di vita i giovani sono soggetti ad una forte mortalità causata dai predatori, non solo grossi uccelli, pollame incluso, ma anche topi e persino adulti della medesima specie, notoramente cannibali.
Raggiungono la maturità sessuale al quarto anno d’età.
Sinonimi
Coluber gyarosensis, Mertens 1968; Coluber viridiflavus, Kahl et al. 1980.
→ Per nozioni generali sui Serpentes vedere qui.
→ Per apprezzare la biodiversità dei SERPENTI cliccare qui.