Famiglia : Actiniidae
Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo
Il Pomodoro di mare (Actinia equina Linnaeus, 1758) è uno splendido esemplare di “anemone di mare”, ovvero attinia, delle nostre acque.
Il nome anemone, deriva dal greco “ánemos”, vento, fiore del vento.
Nella mitologia greca era la ninfa che, inseguita dal vento, fu trasformata in un fiore, ed è il caso di questi animali che, seppur membri del Regno animale, assomigliano ad un fiore. Per un lungo periodo, durante il XVIII secolo, questo confuse i biologi, tant’è che inizialmente erano convinti si trattasse di fiori di piante marine, cosa che poi si rivelò errata.
Questo invertebrato marino, come le numerose specie di actinie o anemoni di mare, appartiene al phylum Cnidaria, classe Anthozoa, sottoclasse Hexacorallia, ordine Actiniaria e famiglia Actinidae.
Zoogeografia
L’ Actinia equina è definita pomodoro di mare, per la pigmentazione rosso carico del corpo e dei tentacoli, che, ritratti, gli fanno assumere la forma del frutto di questa ben nota solanacea. È distribuita in tutto il Mediterraneo e nel Mare del Nord.
Le altre specie di anemoni di mare, sono distribuite nelle acque con temperatura non troppo rigida, prediligono i substrati rocciosi.
Ecologia-Habitat
Il pomodoro di mare, vive nella regione litoranea, ove le coste sono rocciose e frastagliate, in acque poco profonde. Questa specie di anemone, come la maggior parte, fa vita isolata; i biologi hanno identificato fino a oggi, un unica specie a vita aggregata.
Può sopravvivere fuori dall’acqua, durante la bassa marea, ritraendo i tentacoli e irrigidendo il corpo in posizione tondeggiante. Questi invertebrati si nutrono di piccoli pesci e molluschi, che afferrano con le “aconzie” ed i tentacoli, divorandoli lentamente, dopo averli paralizzati con gli organi urticanti.
Morfofisiologia
Le linee morfologiche generali delle attinie, c’indicano che hanno un corpo cilindrico terminante, nella parte superiore, in un “disco orale” circondato da una corona di tentacoli mobili.
Un disco basale, permette all’animale di fissarsi al substrato, ad esempio una roccia. I tentacoli, in numero multiplo di sei, sono diramazioni estroflettibili, vistosamente pigmentate.
La simmetria bilaterale originaria, diviene quindi esamera o ottamera, a causa di un’ulteriore complicazione nella struttura interna del corpo dell’animale, dovuta all’aggiungersi di particolari formazioni.
Infatti la “cavità gastrovascolare” o “celenteron” è divisa in sei settori da altrettante lamine di natura mesenterica.A livello del disco orale, si trova la bocca o “stomodeo”, costituita da una introflessione del tessuto ectodermico.
Nello stomodeo sono scavate un paio di docce ciliate, dette “sifonoglifi”, che regolano l’afflusso d’acqua nella cavità gastrovascolare.
I setti mesenterici, possono saldarsi, nella porzione superiore allo stomodeo e allora, vengono detti completi, anche se nella porzione inferiore, essendo più stretti, rimangono liberi. Esistono, tuttavia, intercalate ai setti completi, delle espansioni libere, detti setti incompleti. Sulle pareti dei setti completi, sono presenti delle aperture, gli “ostii”, che permettono alle varie cavità di comunicare tra di loro.
Lungo le pareti del corpo e lungo i setti, decorrono fibre muscolari longitudinali che con la loro contrazione permettono l’accorciamento del corpo e la retrazione dei tentacoli. Una muscolatura circolare, disposta attorno alla bocca, consente una completa introflessione ai tentacoli.
In questo caso il corpo assume l’aspetto di un sacchetto rigonfio o, appunto, di un pomodoro. I margini dei setti incompleti e quelli liberi dei setti completi, appaiono ispessiti per la presenza di cellule urticanti o “cnidoblasti”, di cellule adibite ad una primitiva funzione digestiva extracellulare, e alle gonadi.
Nella cavità gastrovascolare, si trovano pure le “aconzie”, filamenti urticanti che possono essere estroflessi a scopo di difesa, sia attraverso la bocca, sia attraverso i numerosi fori i “cinclidi” sparsi sulle pareti del corpo.I cinclidi servono anche per l’eliminazione dei residui alimentari. Cellule urticanti, sono distribuite lungo i tentacoli che costituiscono la “corona periorale”.
Il sistema nervoso è piuttosto rudimentale: risulta formato da una rete di cellule nervose diffusa in tutto il corpo dell’animale, particolarmente fitta in corrispondenza della bocca e dei tentacoli. Mancano in questi animali e quindi anche nel pomodoro di mare, veri e propri organi di senso, vi sono solamente cellule sensoriali sparse.
Come visto, le attinie sono animali carnivori, nutrendosi di piccoli gamberetti, pesciolini e molluschi. Anche il plancton fa parte della loro dieta; esso viene introdotto con l’acqua attraverso la bocca e viene fatto passare attraverso i sifonoglifi. Le prede più grandi, vengono invece afferrate con i tentacoli e le aconzie, quindi paralizzate con il liquido narcolettico, contenuto nelle cellule urticanti, indi vengono introdotte nella cavità gastrica e quivi digerite. Le ciglia vibratili, che si trovano attorno alla bocca, possono invertire il loro movimento, in modo da favorire sia l’introduzione del cibo, sia l’espulsione dei prodotti di rifiuto. Non è presente un vero e proprio apparato escretore. Non c’è dimorfismo sessuale somatico tra i sessi; le dimensioni, oscillano tra i 3 e i 9 centimetri.
Etologia-Biologia RiproduttivaPur essendo animali fissili (cioè che svolgono tutto il loro ciclo vitale, fissati a un substrato), i pomodori di mare e le attinie in generale hanno una riproduzione a sessi separati, ovvero gonocorica. Le uova, che si trovano nella cavità gastro- vascolare degli individui con gonadi femminili, vengono fecondate dal seme emesso dagli altri individui con gonadi maschili, trasportato passivamente dall’acqua.
Le larve, fuoriuscite dalle uova, rimangono per un certo periodo nella cavità gastrovascolare della madre. Raggiunto uno stadio di maturazione più avanzato, fuoriescono e trascorrono un breve tempo galleggiando nell’acqua, per poi fissarsi su una roccia ed emettere i tentacoli. Va poi notato che, se la regola generale resta la riproduzione gonocorica, possono, in particolari circostanze, manifestarsi rari casi di riproduzione agamica per scissione.
Il peggior nemico delle attinie, e quindi anche dell’Actinia equina è un mollusco del genere Acolis, contro il quale né l’effetto paralizzante del liquido urticante, né l’effetto immobilizzante delle aconzie e dei tentacoli, sono sufficienti. L’unica possibilità che ha l’attinia per difendersi, è quella d’introflettere completamente i tentacoli e contrarre tutta la muscolatura del suo corpo, in maniera d’assumere l’aspetto tondeggiante che trae in inganno il nemico e che comunque offre al suo attacco, la minima superficie corporea.
La IUCN dichiara uno status di localmente comune per questa specie di anemone di mare, che può rapidamente virare a specie in pericolo d’estinzione, poiché la sopravvivenza è strettamente legata, come del resto per tutti gli organismi marini sia animali che vegetali, allo stato di salute dei mari.
Sinonimi
Actinia equina mediterranea Schmidt, 1971.