ZONA SERVIZI VARI – L’Avana vecchia, patrimonio dell’umanità

L’Avana vecchia gioiello di Cuba. Si tratta di un complesso unico al mondo. Il più grande centro coloniale spagnolo che l’ UNESCO ha dichiarato ” patrimonio culturale dell’umanità “.

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L’ UNESCO ha dichiarato l’ Avana vecchia “patrimonio culturale dell’umanità”.

Anche se le condizioni atmosferiche e l’estrema povertà dell’inizio del secolo vi hanno lasciato segni profondi, questo nucleo urbano rappresenta infatti il centro coloniale spagnolo più vasto dell’America latina e meglio conservato dei Caràibi.

Cominciati alla fine degli anni ’70, i lavori di restauro hanno trovato un forte incentivo nel mezzo milione di dollari stanziati a questo scopo dall’ UNESCO, ed oggi gran parte della città antica è un cantiere avvolto dai ponteggi.

Il vecchio faro del Castillo de lo Tres Reyes del Morro sembra un gigantesco “cactus” di tralicci ferrosi, e fra quel che resta delle sue formidabili fortificazioni, i trattori e il cemento sono di casa. Difficile fiutare l’aria dei secoli : le impalcature non risparmiano nemmeno gli edifici pubblici più recenti, come il Capitolio Nacional (1929) una copia fedele del Campidoglio di Washington, o il Teatro García Lorca (1915) in stile neo-barocco spagnolo.

Questi due monumenti, leggermente fuori dalle antiche mura di cinta, demolite nel 1863 per permettere alla città d’espandersi, delimitano grosso modo, visivamente, dal mare verso terra, l’area dell’Avana vecchia, circa 5 km2 in tutto.

Dietro e sui lati sono per lo più stabili del 1750-1825, frammisti a qualche casa del ‘600 o del tardo ‘800. Abitazioni in forte stato di degrado, e chi le occupa le “restaura” come può, con qualche aiuto dello stato.

I “pezzi” più antichi della città sono ovviamente le fortificazioni, perché a partire dalla seconda metà del ‘500, l’Avana diventa una base logistica per le navi cariche d’oro e d’argento dirette dal Messico e dall’ Honduras verso la Spagna, e quindi una “tappa d’obbligo” per i migliori pirati francesi, inglesi e olandesi del momento.

Il Castillo de la Real Fuerza, a pochi metri dal mare e dal cuore della città vecchia, data del 1558-1577. Opera di due ingegneri spagnoli, sorge non lontano da una precedente fortezza del 1538, distrutta dal corsaro Jacques de Sores. È circondato da un fossato e reca, sulla torre, una copia della famosa statua della Giraldilla (l’originale è custodito al Museo della città), un bronzo del 1631 dedicata a Doña Ines de Bobadilla, vedova del governatore Hernando de Soto, disperso in Florida nella ricerca della mitica “Fontana della Giovinezza”.

Lo sostituì, per un certo tempo, nelle funzioni di stato, e si dice salisse ogni giorno sulla torre, nella speranza d’avvistare la nave del coniuge. È il simbolo dell’Avana, e un’immagine nota in tutto il mondo perché riprodotta, in milioni di copie, sulle etichette di una celebre marca di rhum.

A partire dal 1589, sull’imboccatura orientale del canale d’accesso alla baia, vede la luce anche il già citato Castillo de lo Tres Reyes del Morro e di fronte, sull’altra sponda il Castillo de San Salvador de la Punta.

Fra le due fortezze, non lontano da dove oggi passa un tunnel sottomarino, veniva tesa, la notte, una catena di sbarramento, per impedire alle navi l’ingresso e l’uscita dal porto, e i 12 cannoni del Morro, i leggendari “12 apostoli”, erano temutissimi in tutti i Caràibi. Il 6 giugno del 1762, non riuscirono tuttavia a fermare le 44 navi e le 3000 bocche da fuoco della flotta inglese di Sir. George Pocock, che con una manovra d’accerchiamento prese la città, occupandola per circa un anno.

Strategicamente, il punto più importante è una piccola altura accanto al Morro, e li, dopo la sconfitta, gli spagnoli vi edificarono nel 1774 la fortezza di San Carlos de la Cabaña. Oggi è sede dell’Accademia Militare e chiusa al pubblico.

Negli stessi anni cresceva anche la Cattedrale, il più bel esempio d’architettura barocca cubana, consacrata nel 1789 col nome di Catedral de la Vírgen María de la Inmaculada Concepción, dopo molte interruzioni dovute ai contrasti fra i gesuiti e la Real Casa spagnola. Copre circa 1200 m2, con una navata principale e due laterali, a quattro cappelle ciascuna. Nota anche come San Cristóbal de La Habana, custodì, dal 1796 al 1898, i resti di Cristoforo Colombo.

Proprio di fronte alla Cattedrale, si possono ammirare, perfettamente restaurati e arredati, gli interni della Antigua casa de Luis Chacón, del 1720. È un tuffo indiscreto, ma pieno di fascino, nella vita della ricca borghesia creola di oltre due secoli e mezzo fa. Dai balconi, guardando la chiesa, si notano sul lato sinistro la Casa del Marqués de Aguas Claras (1760) che fece i soldi con la tratta degli schiavi, e sulla destra il Palacio del Conde Casa Moré e la Casa del Marqués de Arcos, rispettivamente del 1737 e del 1741.

A due passi dalla piazza della Cattedrale, i turisti si fermano inevitabilmente alla Bodegüita del Medio, ristorante-taverna reso celebre dai ricordi di Hemingway, dalle scritte alle pareti di visitatori illustri, e soprattutto dai mojito, una bevanda con la menta fresca molto amata dei cubani.

Non lontano sorge il secondo grande centro storico : la Plaza de Armas, usata in epoca coloniale per le parate militari. Sul lato nord, vicino al Castillo de la Real Fuerza, ospita il Palacio del Segundo Cabo, costruito fra il 1772 e il 1791, residenza per circa un secolo dell’ Intendenza militare e dei vice-governatori.

A quei tempi il rappresentante della Real Casa, prima alloggiato al Castillo, abitavano accanto in un maestoso edificio barocco dello stesso periodo, il Palacio de los Capitanes Generales, nato sui resti della chiesa Parrocchiale Maggiore. Vide 65 governatori e vari presidenti della repubblica; oggi è sede del Museo della città. Nei sotterranei si trovano ancora le pietre tombali dei nobili dell’epoca (la più antica, quella di Doña Maria de Cepero y Nieto, è del 1557), e il patio, circondato da una doppia serie di colonnati, custodisce una statua di Cristoforo Colombo, opera, nel 1862, dello scultore italiano Giuseppe Cucchiari.

Sul lato opposto della piazza, accanto alla Casa del Conde de Santovenia che vide le più belle feste della prima metà del 1800, c’è uno strano tempietto neoclassico del 1828, El Templete. Conserva le ceneri del pittore francese Jean-Baptiste Vermay, autore, al suo interno, di tre affreschi, rappresentanti la Prima messa celebrata dai coloni, la Prima riunione del Consiglio comunale della città, e la Cerimonia d’inaugurazione dell’edificio.

Una statua al centro della piazza ricorda Carlos Manuel de Céspedes, eroe antischiavista dell’indipendenza cubana, e di qui parte la più celebre via dell’Avana vecchia, calle Obispo, con negozi e edifici dell’inizio del 17° secolo.

Una farmacia coloniale, fine ‘500, fa bella mostra di vasi, alambicchi, e dei preziosi arredi dell’epoca.

Il terzo centro storico, in piena fase di restauro, è Plaza Vieja del 1559, luogo d’affari, di scambi, e del mercato degli schiavi. Gli immobili intorno, fra cui spicca il palazzo del Conde San Juan de Jaruco, del 1600, rimaneggiato alla fine del ‘700 e nei primi anni del 19° secolo, evidenziano diversi stili, mescolati in un eclettismo architettonico tutto cubano.

Verso sud, chiuso al pubblico, sorge il più antico monumento religioso della città, il Convento de Santa Clara, costruito agli inizi del 1600 su pianta rettangolare. Al suo interno, un’enorme croce delimitava un orto e tre chiostri. Nel primo, tornato al suo antico splendore, sono ancora visibili i preziosi soffitti in legno scolpito del coro, nella parte alta della chiesa, che si presenta ora, senza altare, come un immenso salone spoglio.

Nei dormitori delle monache, coi soldi dell’ UNESCO, sono state installate le più moderne apparecchiature di restauro, e l’edificio, ribattezzato Centro National de Conservación Restauración y Museología, è oggi il quartier generale da cui dipendono i progetti di conservazione del patrimonio artistico di tutto il Paese.

© Giuseppe Mazza

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